I due maratoneti vicentini morti nel sonno: chi erano e perché si indaga sul loro caso
I due maratoneti morti nel sonno, a poche settimane di distanza l’uno dall’altra, avevano 48 e 39 anni. Alberto Zordan e Anna Zilio erano compagni di squadra, entrambi tesserati per la Km Sport di San Martino Buon Albergo (Verona).
Entrambi gli atleti sono stati stroncati da un malore improvviso: Anna Zilio a metà ottobre, Alberto Zordan, grafico, nella notte tra il primo e il 2 novembre. Entrambi avevano un’enorme passione per la corsa: «Le piaceva correre, si allenava tutti i giorni, anche mattina e sera, e col suo entusiasmo sapeva trasmettere il benessere della corsa. Correre, per lei, era vita», aveva raccontato il datore di lavoro di Anna Zilio. Alberto Zordan, d’altra parte, viene descritto così dai suoi amici: «Aveva un profondissimo senso del lavoro ed era preciso anche nella sua preparazione atletica: si allenava 3 o 4 volte a settimana, non fumava, era molto controllato dal punto fisico. Aveva scoperto tardi la corsa ma vi si era dedicato con molta passione».
Due atleti, sportivi, allenati, in forma. Due maratoneti morti in un periodo così ravvicinato di tempo, entrambi colpiti da un malore improvviso nel sonno. Una coincidenza che ha dato adito a chiacchiere e sospetti, e su cui stanno indagando due procure, quella di Verona e quella di Vicenza. Al momento si tratta di «interlocuzioni», senza nessun indagato, ma sulle due vittime è stato eseguito un esame diagnostico con il prelievo di tessuti che saranno analizzati. Difficilmente i due casi, per quanto nella beffa della tragicità appaiano uniti tra loro, risulteranno in qualche modo collegati, eppure è indubbio che una casistica del genere non può che lasciare spazio all’immaginazione. Succede normalmente, ogni volta che un giovane atleta, che si presume essere in ottima forma fisica, muore così improvvisamente. Figurarsi quando gli atleti sono due, vicini geograficamente e sportivamente. Eppure, per quanto incomprensibile agli occhi dei più, la «morte improvvisa da sport» (MIS) (così si chiamano i casi di problemi cardiaci negli sportivi, che magari rimangono latenti fino al momento in cui diventano improvvisamente fatali) è una realtà. Rara, per fortuna, ma che esiste da sempre. Ed è il motivo per cui in casi come questi, quando un atleta giovane e allenato muore improvvisamente nel sonno, si indaga sulle cause.
Nel frattempo la polizia sta anche approfondendo le analisi su alcuni certificati medici agonistici, validi per le competizioni sportive a cui i due corridori partecipavano: in particolare si ricontrollano le cause che nel 2021 portarono Anna Zilio a uno stop forzato all’attività agonistica per problemi fisici, e i certificati medici che le permisero di ritornare a fare sport. Nel frattempo, come spesso accade in questi casi di cronaca, sarebbe opportuno non farsi affascinare da tesi fantasiose e non verificate dagli inquirenti, e ricordarsi che dietro a queste due persone tragicamente decedute – probabilmente senza nessun nesso causale – ci sono delle famiglie e degli amici che soffrono.
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