Politica

>>>ANSA/Sfida dei leader a Cop30, ‘transizione è irreversibile’ – Altre news

(di Fabiana Luca)
Gradi, percentuali e target, ma
non solo. E’ alle porte dell’Amazzonia brasiliana, nella
simbolica città di Belém, che i vertici di una cinquantina di
Paesi si sono riuniti per tracciare il bilancio di dieci anni
dall’accordo di Parigi che, nel 2015, segnò l’inizio della lotta
globale ai cambiamenti climatici. L’incontro tra i leader ha
anticipato le trattative vere e proprie della trentesima
Conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Trattative che
entreranno nel vivo dal 10 al 21 novembre e che, nella strategia
degli organizzatori, devono partire da un concetto: “la
transizione è irreversibile”.

   
Nell’idea del padrone di casa, Luiz Inacio Lula da Silva,
dovrà essere “la Cop della verità”, con meno parole e più
impegni concreti sulle promesse del passato. “Forze estremiste”
sono impegnate nella fabbricazione di “menzogne” per ottenere
vantaggi elettorali “a danno dell’ambiente”, ha ammonito il
leader brasiliano nell’accogliere i leader presenti, tra cui il
presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco
Friedrich Merz e il primo ministro britannico Keir Starmer. Sul
vertice pesa però l’assenza di molti leader dei Paesi G20, tra
cui Donald Trump e Xi Jinping, rispettivamente l’11 e il 29%
delle emissioni globali.

   
A colmare il vuoto punta l’Unione europea, decisa a giocare
un ruolo di primo piano nella diplomazia climatica, forte di un
accordo appena raggiunto, a fatica, sui propri obiettivi
climatici al 2035 – richiesti all’Ue proprio dagli impegni di
Belém – e su quelli al 2040, con la conferma (con più
flessibilità) del taglio del 90% delle emissioni rispetto ai
livelli del 1990. “Faremo di tutto perché questa Cop sia un
successo”, ha assicurato Ursula von der Leyen, rivendicando che
“l’Europa arriva a Belém con obiettivi climatici chiari e
solidarietà verso i soggetti più a rischio. Il mondo ha bisogno
di un’azione multilaterale forte per affrontare l’emergenza
climatica”. Secondo le stime presentate da Palazzo Berlaymont,
nel 2024 l’Ue ha tagliato le emissioni nette di gas serra del
2,5% dal 2023. A fronte di un aumento di quelle su scala globale
che hanno raggiunto i 53,2 miliardi di tonnellate di CO2
equivalente lo scorso anno. Ed è per questo che, a Belem, von
der Leyen chiederà innanzitutto di mantenere il contenimento del
riscaldamento globale a 1,5 gradi come un obiettivo alla
portata. Non sarà facile, visto che l’ultimo rapporto Onu
avverte che il mondo è destinato a superare la soglia critica di
1,5 °C rispetto ai livelli pre-industriali se manterrà l’attuale
rotta.

   
L’agenda verde “non deve rappresentare un vincolo” ma una
“opportunità”, ha scandito il vicepremier italiano Antonio
Tajani, secondo cui la risposta al cambiamento climatico
“richiede politiche per crescita, sviluppo, creazione di posti
di lavoro”. Tajani, in rappresentanza del governo, ha ribadito
la linea italiana sull’accordo sul clima di martedì a Bruxelles.

   
“Un accordo ambizioso e non ideologico”, ha sottolineato il
ministro degli Esteri secondo il quale, nelle politiche
ambientali, la “persona” deve restare al centro. L’Ue, dal canto
suo, tornerà a insistere sulla promozione di un’alleanza
“aperta” con partner come il Canada, la Cina e il Brasile per
definire un’agenda globale sulla tassazione del carbonio mentre
giovedì il Brasile lancerà un fondo dedicato alla protezione
delle foreste tropicali e un’iniziativa per aumentare la
produzione di carburanti sostenibili. E tra un tema ambientale e
l’altro von der Leyen ha trovato il punto, nell’incontro con
Lula, di puntellare anche l’accordo Ue-Mercosur: l’obiettivo è
tornare in Brasile subito dopo il summit Ue di dicembre per la
firma finale.

   
Eppure, mentre a Belém si mostra unita, a Bruxelles l’Ue
rischia di spaccarsi ancora una volta sulla propria agenda
verde. La semplificazione delle direttive sugli obblighi di due
diligence e reportistica ambientale è appesa a un filo, con la
‘maggioranza Ursula’ di Ppe, S&D, Renew e Verdi più che mai
divisa in vista del voto della prossima settimana al Eurocamera.

   
Voto al quale, entro la fine del mese, seguirà il voto proprio
sull’accordo sui target 2040 raggiunto a inizio settimana.

   

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »