Marche

usavano la tecnica del piccione (in cosa consiste)

PORTO SAN GIORGIO I militari della stazione dei carabinieri di Porto San Giorgio hanno denunciato due cittadini stranieri per furto con destrezza in concorso. Si tratta di una donna di 27 anni e un uomo di 37, entrambi sudamericani, senza fissa dimora. I due sono stati identificati come autori del furto di una collana in oro sottratta dal collo di un residente vittima della cosiddetta tecnica del “guano di piccione”.

Il metodo

Con questo termine viene identificato un tipo di furto che, solitamente, viene compiuto nei confronti delle persone anziane e fragili. Il modus operandi dei malviventi in questi casi è semplice: si spruzza – o sporca la vittima – con una sostanza che simula escrementi di piccione o fango. Una volta individuata la preda quindi i malviventi si avvicinano al malcapitato offrendo aiuto per pulire il “guano” putroppo finto addosso. E con tale pretesto la vittima viene toccata e le vengono abilmente sottratti con rapidità, oggetti di valore come orologi, monili o anche portafogli.

La difesa

Le forze dell’ordine quindi mettono in guardia tutti coloro che potrebbero essere “agganciati” con questo sistema. In particolare per contrastare questa tecnica di borseggio, i carabinieri hanno diffuso una serie di accorgimenti utili: in primo luogo invitao a diffidare di persone che si avvicinano presentandosi come conoscenti, parenti o amici; quindi è sempre importante mantenere una distanza di sicurezza evitando contatti fisici come abbracci o offerte di aiuto per pulire abiti da eventuali macchie. Ma non basta: bisogna sempre prestare attenzione alle mani della persona che si avvicina, cercare luoghi sicuri come un esercizio commerciale e contattare subito il 112 richiedendo l’intervento di una pattuglia).

Il tentato furto

A Montegranaro invece i militari della locale stazione dei carabinieri hanno denunciato un italiano di 33 anni, senza fissa dimora, per il tentato furto ai danni di una tabaccheria. L’uomo, in orario serale e travisato dal cappuccio di una felpa, ha tentato di forzare la saracinesca della tabaccheria; azione interrotta dall’attivazione del sistema d’allarme. Le immagini dell’impianto di videosorveglianza hanno consentito ai militari di identificare il soggetto con precisione e in breve tempo e di assicurarlo alla giustizia prima che potessero essere provocati danni alla tabaccheria.




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