Abruzzo

l’affondo dell’associazione Chieti Bene Comune


Un ritorno al passato che preoccupa e indigna. È il giudizio netto espresso da Riccardo Di Gregorio, presidente dell’associazione Chieti Bene Comune, che in una nota interviene duramente sull’attuale scenario politico cittadino, parlando senza mezzi termini di “restaurazione” e “riciclo della classe dirigente”.

Secondo Di Gregorio, la recente kermesse del centrodestra avrebbe segnato il ritorno in scena di figure che hanno ricoperto ruoli centrali nelle amministrazioni comunali tra il 2010 e il 2020, proprio quelle che – secondo l’associazione – avrebbero contribuito al dissesto dell’ente e al peggioramento delle condizioni della macchina comunale.

«È inconcepibile – si legge nella nota – che proprio chi ha presieduto all’annientamento delle risorse umane, finanziarie e strumentali dell’ente si presenti oggi come salvatore della patria». Il riferimento è alle foto di gruppo e agli annunci di “volti nuovi” che, secondo l’associazione, nasconderebbero in realtà la mancanza di un vero ricambio e una sostanziale continuità con il passato.

Non manca un riferimento all’ex sindaco Umberto Di Primio, definito “emblematico” per essere stato l’unico a pagare sotto il profilo contabile le conseguenze del dissesto. «Una disparità assurda – afferma Di Gregorio – che ha lasciato immuni da responsabilità politica e amministrativa tutti gli altri artefici di quella stagione».

L’associazione parla di una politica del “riciclo”, di strategie di facciata e di un’assenza di autocritica da parte di chi ha avuto responsabilità dirette. Per questo lancia un appello alla cittadinanza attiva: «Chieti ha bisogno di uno sforzo civico collettivo, capace di superare le logiche autoreferenziali e costruire un’alternativa basata su competenza e integrità morale».

«Solo quando i protagonisti del disastro smetteranno di proporsi come rigeneratori, la città potrà sperare in un vero rilancio», conclude Di Gregorio, ribadendo l’urgenza di un cambiamento radicale.


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