“Mio padre mi ha salvato la vita mandandomi a fare il militare e chiudendomi a teatro. Ero aggressivo, non andavo a scuola, non aiutavo”: così Alessandro Gassmann
È un periodo lavorativo intenso per Alessandro Gassmann che è attualmente sul set di “Campioni” diretto da Jacopo Bonvicini per Netflix, dove interpreta un allenatore di basket. Sul piccolo schermo arriverà con “Un professore 3”, in onda su Rai 1 dal 20 novembre, poi “Natale senza Babbo” il 28 novembre su Prime Video con Luisa Ranieri e poi, sempre su Rai 1, prossimamente con “L’avvocato Guerrieri”, tratto dai libri di Gianrico Carofiglio.
Sebbene interpreti un amatissimo docente di Filosofia per “Un professore” a scuola l’attore aveva qualche problema: “Io andavo a scuola terrorizzato dal giudizio, dal voto, anche dalla reazione dei miei genitori. Quando prendevo voti bassi mio padre non era contento. Ci vuole sempre un equilibrio per vivere civilmente, ma la scuola coercitiva vissuta dalla mia generazione ci ha rovinato”, ha confessato a La Repubblica.
E ancora: “Ero aggressivo: non andavo a scuola, non aiutavo i più deboli, ero un figlio poco rassicurante. Per questo mio padre è stato severo, mi ha fatto fare il servizio militare, poi mi ha preso a teatro come attrezzista sotto il palco del Macbeth. Mi ha salvato la vita. Frequentandolo, in quei due anni, stando nella botola, zitto, ho capito quanto quella scatola fosse affascinante. Ma in scena si divertivano più di me; così sono voluto uscire dalla buca”.
Poi un simpatico aneddoto: “Curavo gli effetti speciali. Ero pratico di fumogeni allo stadio e ero diventato il dio dei fumi delle streghe. Alla fine dello spettacolo, Macbeth viene ucciso: da morto, finiva nella botola e scompariva. Un attore faceva il monologo e papà gli parlava per confonderlo: ‘Stasera ti porto a mangiare in un posto di merda’,’L’hai fatta peggio di ieri, non ti si può sentire’. Prendeva attori che gli erano simpatici, conviviali, dopo si andava a cena“.
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