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Separazione carriere: botta e risposta Meloni-Anm sulla riforma della giustizia | Il Fatto Quotidiano

Separazione carriere, Meloni: “Anm mai d’accordo a nessuna riforma”. La replica: “Nostre proposte inascoltate”

Botta e risposta tra Giorgia Meloni e l’Associazione nazionale magistrati nel giorno del definitivo via libera alla separazione delle carriere. “Non sono d’accordo con l’Anm, ma a memoria non ricordo una volta in cui l’Anm sia stata favorevole a qualsiasi riforma della giustizia”, ha detto in serata la presidente del Consiglio in un’intervista al Tg1. “La loro idea è che tutto va benissimo, ma non è l’idea che abbiamo noi della giustizia e credo nemmeno i cittadini”, ha incalzato Meloni.

La premier ha definito la riforma costituzionale come “un’occasione storica” per “avere una giustizia più efficiente e più giusta“. “Norme di buon senso” le definisce Meloni passando in rassegna le novità: “Separazione delle carriere, che significa rafforzare la terzietà del giudice, quindi un processo più giusto; Alta corte disciplinare, che significa che quando un giudice domani dovesse sbagliare, se ne assumerà anche finalmente la responsabilità; e il sorteggio dei componenti del Csm, che vuol dire liberare la magistratura dalle correnti politicizzate e quindi valorizzare il merito”, ha aggiunto.

Intervento che ha provocato l’immediata reazione del segretario generale dell’Anm, Rocco Maruotti: “Questa riforma non ha nulla a che fare con l’efficienza della giustizia ed è fuorviante fare credere ai cittadini che serva a rendere i processi più veloci e le sentenze più giuste“. Rocco replica ricordando che “l’Anm ha avanzato numerose proposte per migliorare l’efficienza della giustizia ma sono rimaste inascoltate da un governo che ha preferito puntare tutto su una revisione degli equilibri costituzionali che serve solo a controllare la magistratura e a renderla dipendente dal potere esecutivo“.

Nella stessa intervista al Tg1 la presidente del Consiglio ha anche affrontato il tema referendum. Adesso, infatti, la parola passa ai cittadini e, per Meloni, “deve essere una consultazione sulla giustizia“. E ribadisce che “non ci saranno in ogni caso conseguenze per il governo”: “Ovviamente noi arriveremo alla fine della legislatura – sottolinea – chiederemo agli italiani di essere giudicati per il complesso del lavoro che abbiamo fatto ma anche perché voglio ricordare a tutti che i governi passano e invece le leggi, soprattutto quelle costituzionali, rimangono e incidono sulla vita dei cittadini”. Per Meloni, pertanto, gli italiani si troveranno davanti a “una scelta più facile. Chi pensa che nella giustizia va tutto bene, voterà contro la riforma, quindi voterà no. Chi pensa che invece possa migliorare, voterà a favore della riforma e quindi voterà sì”, ha concluso.


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