Marche

«Se ti ammazzo nessuno ti cercherà»

SENIGALLIA Botte, mani attorno al collo, insulti e minacce: «Se mi denunci, ti portano via i figli» le avrebbe detto in più occasione, non perdendo l’occasione di umiliarla, privandola del cibo e non rivolgendole la parola per giorni. Il quadro accusatorio che ha portato a processo un nigeriano di 50 anni è stato dipinto ieri mattina dalla sua ormai ex moglie nell’aula presieduta dal collegio penale. L’uomo, difeso dall’avvocato Mauro Diamantini, è imputato per maltrattamenti in famiglia.

I fatti

Gli episodi sarebbero partiti nell’estate del 2017, nel corso della prima gravidanza della 30enne, connazionale del marito e parte civile con la legale Gabriella Semeraro, ieri sostituita dal collega Alessandro Calogiuri. Stando a quanto emerso in aula, lui avrebbe iniziato ad avere atteggiamenti prevaricatori, imponendo alla donna una stile di vita pieno di ansia e paura.

La 30enne ha parlato di aggressioni verbali, che fisiche. Nel primo caso si sarebbe trattato di minacce di morte («tanto se ti ammazzo non ti viene a cercare nessuno»), insulti («non avrei mai dovuto sposare una come te») ma anche di soprusi morali. Lui, in alcune occasioni, le avrebbe tolto il cibo e i beni di prima necessità. E ancora: le avrebbe negato la parola, costringendola a non dormire nel letto matrimoniale con lui. La situazione non sarebbe migliorata con la nascita del secondo figlio. La donna ha riferito delle “punizioni” impartite dal 50enne, soprattutto quando lei rifiutava i rapporti sessuali: privazioni economiche e avanzi di cibo ai pasti. In più, lui le avrebbe stretto le mani attorno al collo in almeno tre diversi episodi.

L’ultimo, all’apice del litigio scattato nell’aprile del 2023, quando poi lei era scappata da un’amica, andando a sporgere denuncia dai carabinieri. Perché una denuncia così tardiva? «Avevo paura, mi diceva che se avessi parlato con le forze dell’ordine mi avrebbero tolto i bambini» la spiegazione della donna, che nel frattempo si è separata dal marito. L’uomo si potrà difendere nell’udienza del 4 febbraio.




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