Puglia

Via Pinto, l’ingegnere segnalò pilastro sbriciolato il giorno prima

Un crollo, quello della palazzina di via Pinto al quartiere Carrassi di Bari, annunciato. Nella chat WhatsApp “Lavori via Pinto”, il 4 marzo 2025, tra addetti ai lavori e amministratore di condominio, il giorno prima che la palazzina crollasse, trascinandosi dietro anche una parete del palazzo confinante, l’ingegner Stefano Simone, segnala la rottura improvvisa di una staffa di un pilastro, già in pessime condizioni.

È uno degli elementi più importanti della perizia redatta dal consulente della Procura di Bari, l’ingegner Antonello Salvatori, professore associato di Tecnica delle Costruzioni all’Università degli studi dell’Aquila, a supporto dell’accusa a carico di sei persone indagate per disastro colposo: il legale rappresentante della “Dell’Aera Costruzioni” s.r.l., impresa esecutrice delle opere, Vito Modesto Dell’Aera, i quattro progettisti e direttori dei lavori Stefano Simone, Giuseppe Carlo Marano, Giuseppe Antonio Massa e Davide Giuseppe Tassa, e il collaudatore delle opere strutturali Vincenzo Fanelli.

I sei sono accusati dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dalla pm Silvia Curione di aver sottovalutato “il rischio di collasso dell’intero edificio sia nella fase della direzione dei lavori che in quella dell’esecuzione”, ed elaborato un progetto di ripristino per la messa in sicurezza statica non idoneo. Lo stesso ingegnere che aveva lanciato l’allarme, inascoltato fino al crollo, il 21 maggio 2024, quindi un anno prima, aveva certificato di aver eseguito “la messa in sicurezza dell’edificio che aveva interessato il piano interrato e i vari piani. Un intervento effettuato con accurato puntellamento, che garantisce – scriveva – una messa in sicurezza meramente funzionale dell’immobile”.

Il 19 febbraio 2025, poi, due settimane prima del crollo, erano iniziati i “lavori di miglioramento per il ripristino statico dell’edificio e l’emissione del certificato di insussistenza di pericolo statico al fine di favorire il rientro delle famiglie, sgomberate da tempo. E ancora, il 28 febbraio, 5 giorni prima del crollo, era stata data all’impresa Dell’Aera l’autorizzazione a rimuovere un puntello “per far passare i ragazzi”. Nella perizia, infine, si riporta una foto scattata poco prima del crollo, quando l’impresa Dell’Aera, uscita dallo stabile trovò una zona del muro perimetrale, all’intersezione tra via Pinto e via De Robertis, collassata.




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