Umbria

Aeroporto, bocciate le quattro nuove rotte proposte da Ryanair. Secondo bilancio di fila in rosso


di Daniele Bovi

«Una proposta irricevibile». È così, secondo quanto raccolto da Umbria24, che la compagine societaria di Sase ha definito l’offerta fatta da Ryanair per il raddoppio di rotte e passeggeri. Il dossier è sul tavolo da questa estate, cioè da quando Jason McGuinness, chief commercial officer della compagnia, è atterrato al San Francesco con una proposta chiara: la low cost è pronta a raddoppiare rotte e passeggeri entro il 2028 – portando quindi il San Francesco vicino al milione di transiti – in cambio di una “sterilizzazione” dell’addizionale comunale che pesa 6,5 euro a passeggero.

La trattativa La compagnia e Sase si erano date appuntamento all’autunno, iniziato ormai da tempo. Sul tavolo la low cost ha proposto Dublino, Atene, Lamezia Terme e Baden-Baden, in Germania. Quattro rotte che la compagine societaria non ritiene adeguate a centrare il vero obiettivo di Sase: portare turismo «di qualità», espressione che da tempo ormai viene usata come sinonimo di facoltoso. Regione e Sase avevano chiesto invece l’apertura di rotte verso Francia (Parigi), Spagna (Madrid), Germania e, in generale, verso quei paesi in grado di garantire turisti con più soldi da spendere.

L’addizionale Al centro della trattativa l’odiatissima – da Ryanair – addizionale comunale sui diritti d’imbarco, un tributo nato nel 2004 che viene addebitato ai passeggeri in partenza dagli aeroporti italiani. Il nome non deve trarre in inganno: l’addizionale non viene incassata dagli enti locali ma dallo Stato, e ovviamente, la Regione non può abolirla: in un primo momento era stata utilizzata per finanziare un fondo per l’occupazione nel settore aereo, ma nel corso del tempo è stata “dirottata” verso altri scopi come prepensionamenti, cassa integrazione e così via. Il piatto avrebbe dovuto coprirlo la Regione, che attraverso Sviluppumbria detiene oltre il 70 per cento di Sase: a conti fatti, 2,2 milioni di euro. Decisamente troppi secondo Palazzo Donini per rotte giudicate non adeguate all’obiettivo.

Bilancio in rosso Il tutto si mescola alle difficoltà di bilancio di Sase che, secondo quanto trapela, potrebbe chiudere il 2025 con un rosso intorno ai 300 mila euro, simile a quello dell’anno precedente. Il problema è che con la Legge Madia, cioè con il Testo unico sulle società a partecipazione pubblica, dopo il terzo bilancio chiuso con il segno meno scatterebbe lo stop ad alcuni interventi finanziari a favore della società da parte dei soci pubblici. Insomma, un bel problema. Ecco perché l’input dato al cda nato durante l’amministrazione di Donatella Tesei (che scadrà nella primavera del 2026 dopo l’approvazione del bilancio 2025) è quello di sistemare i conti di un aeroporto che vive essenzialmente dei contributi di Regione (circa 4 milioni di euro all’anno), Fondazione Perugia (1 milione) e Camera di commercio dell’Umbria (500mila euro). Con un nuovo cda il dialogo con Ryanair e con altre compagnie potrebbe riprendere, ma su altre basi. Per ora la proposta di Ryanair finisce nel cassetto.

I sindacati Mercoledì intanto i sindacati sono andati in pressing su Sase e Regione. Nel corso di una conferenza stampa Fit Cisl e Ugl Trasporti hanno chiesto di «valutare concretamente la proposta di un grande vettore», cioè di Ryanair, sottolineando le ricadute positive che potrebbe avere in termini occupazionali e in generale per il territorio. I sindacati chiedono alla Regione di «superare i problemi in essere» e di essere convocati in tempi brevi. La UilTrasporti invece sottolinea le difficoltà di bilancio, punta il dito contro l’esternalizzazione – avvenuta mesi fa – del servizio stagionale di security e chiede ai soci di riportare il bilancio in equilibrio, di sostituire il management e di tornare indietro sull’esternalizzazione.

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