It’s So Over: Un’arpista convertita all’elettronica :: Le Recensioni di OndaRock
Non c’è mai fine all’impiego dell’elettronica nella musica pop, neanche per una tipa defilata come la londinese TATYANA, cresciuta studiando l’arpa classica mentre coi genitori si spostava in Olanda, Russia e Singapore, prima di frequentare l’università negli Stati Uniti. Poco da fare, tastiere e drum machine esercitano un fascino perverso, una continua sorgente di timbriche e lustrini da sfumare a piacimento, anche quando si sta attuando un revival di mode pre-esistenti. Basta stare attenti alla solita regola di base: mescolare la giusta produzione con una scrittura convincente e personale.
È il caso di questo “It’s So Over”, versione espansa del secondo album di studio “It’s Over” uscito lo scorso anno tramite Sinderlyn – una buona scusa, insomma, per recuperare il prodotto indipendente di un’autrice poco nota, ma che mostra raffinate qualità melodiche difficili da trovare in vetta alle attuali classifiche inglesi. Perché TATYANA è prima di tutto una cantautrice pop dotata di buon gusto e mano leggera, al netto di ogni flirt con la pista da ballo. Con voce un po’ impassibile ma pertinente, la ragazza conduce un ascolto snello e pungente, quel tanto che basta per assorbire una situationship andata male e ponderare sul futuro di una generazione (dis)connessa dalle dating app.
Revival, si diceva; eccola cavalcare un ossuto synth-funk anni Ottanta (“Bird Of Prey”), e sfrigolare sopra un caotico basso alla Knife (“Hold My Hand”), prima di perdersi in perlacei pestoni house e synth-pop, come se Nomi Ruiz cantasse un brano dei Tubeway Army (“It’s Over”). O ancora, la si può osservare mentre fa finta che la lounge sia stata inventata da Fatboy Slim (“Nothing Is True, Everything Is Possible”), salvo poi infilare a tradimento il pezzo killer che servirebbe alle Sugababes (“Down Bad”, semplicemente irresistibile). Non male neanche quando l’ascolto ribolle di una caramellosa psichedelia alla Kevin Parker (“Control”, con l’ausilio di Dave Okumu), o rivanga certe spaziose idee sintetiche di casa Tr/st (“We’re Back”).
Ogni tanto l’ascolto può momentaneamente sbandare (“I Do Care (& That’s Ok)”, uno straniante collage sintetico in salsa acid), ma sa riprendersi nei momenti più lenti, siano essi una lunare ballata a filo d’arpa e beat (“Leave Me With The Roses”) o un’intensa contorsione progressiva sicuramente d’effetto (“Out Of Time”).
“It’s So Over” infila un paio di tracce extra (una liberissima interpolazione di “What Have You Done For Me Lately?” di Janet Jackson, e l’accattivante synth-pop “If I Only Knew”), poi parte alla rincorsa con i remix, per portare il disco in pista tra rifrazioni techno e frattaglie minimal a cura di un pugnetto di dj di settore – niente di troppo eclatante, ma il materiale a disposizione ben si presta alla causa, ricordando simili incursioni di Robyn e Jessy Lanza.
Meno arraffona e cocainomane di Charli XCX, semmai più cauta e posata sulla falsariga di una Fabiana Palladino, la ventottenne TATYANA non sarà quindi il nome del momento, la sua proposta è ancora troppo pulita e raffinata per aggredire gli algoritmi. Eppure, è proprio qui che “It’s So Over” gioca le sue carte migliori, dietro la corda di velluto di minuscolo club frequentato da quei pochi eletti che arrivano sempre prima della massa.
24/10/2025




