Lazio

Stranezze di città., una favola in sogno

Sogno sempre, sogno tutte le notti. Al mattino ricordo tutti i sogni che faccio. La notte passata ho sognato che leggevo una favola che aveva questo titolo: “Il saggio stagno e l’anatroccolo zoppicante”.

Ho ricordato perfettamente i personaggi: “Neretto”, un anatroccolo che zoppicava e che era costretto a muoversi lentamente e anche un po’ di lato.  Non era brutto era solo ”diverso nel passo”.

“Quelli che popolavano il saggio stagno”, oche e anatre concentrate nel camminare dritto, con andatura veloce e uniforme. Molto simili tra loro e non “diversi o disabili”. L’Airone” , colui che ha una prospettiva molto ristretta. Una buona parte della società che non vuole cambiare punto di vista

Ho ricordato perfettamente la trama della fiaba; Neretto” non riusciva a tenere il passo degli altri. Quando “Quelli che popolavano il saggio stagno” si spostavano in formazione o in cerca di cibo “Neretto” restava indietro.  Non veniva  insultato, ma veniva ignorato, spesso gli veniva detto “Chi non sta in fila, non serve alla fila”. Le oche e le anatre lo evitavano non per cattiveria, ma perché “disturbava la linea perfetta” o “rallentava il progresso“.  Fingevano di non vedere la difficoltà di  Neretto”. Lo consideravano “un difetto logistico”.

Un giorno, una nebbia fitta scese sullo stagno. “Quelli che popolavano il saggio stagno” abituate a seguire un percorso ”imparato a memoria”, si persero.  Si scontrarono, entrarono nel panico. La loro incapacità di vedere oltre la normalità li intrappolò “Neretto”, che a causa della sua andatura aveva sempre dovuto osservare con attenzione i sassi, le erbe, le radici nel terreno, e che era abituato a muoversi con cautela, non si è perso. “Neretto” vedeva dove gli altri erano ciechi, ma la sua voce non venne ascoltata.  Quando cercava di guidarli, le oche e le anatre lo zittivano con: “Neretto, tu che sei zoppo non puoi guidare noi che siamo integri!”. Quelli che popolavano il saggio stagno” continuavano a litigare nella nebbia, disperate. Rifiutavano l’aiuto di “Neretto” solo perché la sua fisicità non rientrava nel loro concetto di “non diverso, non disabile”. Neretto”, stanco e rassegnato, decise di andare da solo, seguendo i piccoli segni che aveva  imparato a leggere.

Neretto” non si trasformato  in un cigno. E’ rimasto un anatroccolo zoppicante, ma libero e consapevole, mentre buona parte della società e’ rimasta intrappolata nella sua cecità e nel suo pregiudizio.

Dal sogno passiamo alla realtà. Quante volte le capacità non convenzionali di una persona con disabilità o diversità vengono ignorate a causa della focalizzazione sul  “difetto”.

Una buona parte della società, invece, preferisce rimanere nella nebbia della “perfezione”.

La vera disabilità o diversità non è nel passo zoppicante di “Neretto ma nella ”cecità ostinata”

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