Sardegna

La minaccia radioattiva incombe sulla testa dei sardi: serve una mobilitazione popolare


Amiche e amici sardi, è tempo di alzare la guardia! Quella che sembrava una minaccia lontana, il Deposito Unico Nazionale di Scorie Nucleari, è tornata a farsi sentire con prepotenza sulla nostra bellissima isola. A lanciare l’allarme è il Coordinamento No.Nucle-No.Scorie, che ha divulgato un comunicato infuocato dopo aver esaminato il documento finale della Commissione Tecnica VIA e VAS, datato 4 agosto 2025.
“Abbiamo appreso, da qualche giorno, come la minaccia radioattiva incombe sempre sulla Sardegna”, si legge nella nota, e l’amara verità è che, a quanto pare, i criteri di scelta per dislocare questo fardello nazionale non solo non ci escludono, ma ci classificano addirittura ai primi posti della graduatoria d’idoneità! Sì, avete capito bene: in una potenziale lista nera che il Ministero dell’Ambiente e le società del nucleare stileranno a breve, la nostra terra figura in cima.
C’è di più. Il Coordinamento ci fa notare un dettaglio cruciale: non ci sono state autocandidature, né da parte dei comuni né da parte dei siti militari. Per questo, l’idea di una Carta Nazionale Aree Autocandidate (CNAA) è stata abbandonata in favore della Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI).
Qual è la conseguenza? Semplice, e drammatica: l’insularità e la difficoltà dei trasporti marittimi non sono più considerati ostacoli per la localizzazione del deposito radioattivo. In pratica, quello che per anni era stato un baluardo di difesa, il mare, viene spazzato via con un colpo di penna.
La critica del Coordinamento si fa durissima quando si parla delle intenzioni del Governo e degli “speculatori”. Il ragionamento sotteso, secondo gli attivisti, sarebbe quello di creare in Sardegna le condizioni per far ricadere sul popolo sardo “la scelta scellerata della spada radioattiva”. Il perché è brutale: “perché quegli escrementi vanno portati nella discarica coloniale in Sardegna”.
Non è la prima volta che la nostra terra paga un tributo così salato. La nota ci ricorda che in Sardegna abbiamo già smaltito di tutto: i fiumi di scarti dell’acciaieria, l’amianto della Riversa, e purtroppo anche uranio impoverito e torio, frutto di simulazioni di guerra legate al famigerato “ricatto occupazionale”. Sembra che l’Isola sia destinata a essere sempre il vaso di Pandora di un destino scritto da altri.
Ma il popolo sardo ha già dimostrato in passato di saper dire di “NO”. Il Coordinamento invita tutti alla mobilitazione generale per difendere il nostro territorio. Il referendum ha parlato chiaro, e non ci sarà nessuna intenzione di fare sconti o concessioni agli speculatori del nucleare, come purtroppo è già successo in passato, quando le porte della Sardegna sono state spalancate senza troppe riserve agli impianti eolici e fotovoltaici.
Il messaggio è uno solo: il “NO” alle scorie deve essere definitivo e irrevocabile!

F.Nieddu


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »