>ANSA-LA-STORIA/ Vino su misura dalla Toscana al Brasile – Vino
(di Elisabetta Guidobaldi)
“Siamo una mosca bianca
nell’ambito di questa delegazione ed è la prima volta che
partecipo”. Una realtà di 250 soci e 400-450 ettari coltivati a
vite nel cuore della Toscana, tra Montepulciano e il Chianti. Il
coraggio non manca e non è mancato quando c’è stato il momento
di iscriversi a questa missione a San Paolo con la Commissione
Ue all’agricoltura e con il Commissario Christophe Hansen. Al
centro il mercato del Mercosur che questa piccola realtà del
vino made in Italy è intenzionata a conoscere.
“Siamo una cooperativa sociale nell’ambito di
Confcooperative a cavallo tra Siena ed Arezzo con sede a
Sinalunga – racconta il responsabile commerciale Giovanni Ciuoli
– io sono qui dal 2020. La maggior parte del prodotto lo
esportiamo soprattutto nel nord Europa, in Svezia e Germania, in
Usa, Canada, Australia, Giappone e anche in Cina. Produciamo un
milione di bottiglie l’anno e in cantina stocchiamo fino a
40mila quintali di uva”. Sul mercato si presentano con Cavisa,
Castelsina e Poggiomoro ma la cooperativa può creare etichette a
richiesta.
Una sorta di ‘vino su misura’ attento alla qualità e al
palato dei consumatori.
Nata nel 1971, la realtà dei Viticoltori senesi-aretini
conosce una svolta nel 2007 con la nomina a presidente del Cda
di Angiolo Del Dottore. “Siamo seguiti dal team di Maurizio
Castelli e la nostra enologa è Mery Ferrara. Ogni vigna di
ciascuno dei 250 soci è seguita costantemente per ottenere un
prodotto di massima qualità”.
“In Brasile ci sono arrivato un po’ per caso, prima
attraverso la conoscenza con una sommelier che abita a Rio de
Janeiro e che lo scorso maggio ha partecipato per noi a una
fiera nel Sud del Paese e da lì ha trovato un contatto
importante. Poi è arrivato l’invito della Commissione a cui
abbiamo partecipato e la nostra richiesta è stata accolta. Il
mercato del vino qui in Brasile è acerbo ma in forte crescita. I
brasiliani stann imparando a bere vino. Dall’Europa vogliono
solo vino portoghese. Ora speriamo che arrivi l’accordo Mercosur
e che questo accordo possa facilitare l’abbattimento delle
barriere burocratiche. Da metà agosto abbiamo i nostri campioni
fermi all’Autorità di riferimento brasiliana. La barriera
burocratica quindi è una realtà e l’abbiamo toccata con mano. E
ci sono anche molte rigidità sulle etichette, a parte gli
attuali dazi. Ma siamo fiduciosi. Oggi siamo qui”.
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