Kompatscher: «Per le Acciaierie è in arrivo il giorno della verità» – Cronaca
BOLZANO. «L’incontro è andato bene. I sindacati – Marco Bernardoni segretario Fiom, Riccardo Conte Fim, Giuseppe Pelella Uilm e i delegati delle Acciaierie – hanno compreso che come Provincia abbiamo fatto tutto ciò che la legge ci consente di fare, per garantire continuità produttiva e occupazionale nel sito oggi occupato dalle Acciaierie Valbruna». Così il presidente della Provincia Arno Kompatscher ieri al termine dell’incontro con i sindacati che rappresentano i 580 dipendenti delle Acciaierie Valbruna, fortemente preoccupati per il futuro dell’azienda e quindi dei posti di lavoro. Ricordiamo che la concessione degli immobili di via Volta è scaduta a fine settembre e la Provincia ha bandito una gara per la concessione del diritto di superficie sul complesso. Durata 50 anni; costo 150 milioni. Entro il 15 gennaio 2026 le domande.
Presidente, volete davvero che le Acciaierie Valbruna restino a Bolzano oppure se rimangono bene; in caso contrario bene lo stesso?
Noi auspichiamo che la Valbruna rimanga, ma non potevamo sicuramente fare una gara ad hoc. Abbiamo fatto ciò che la legge ci consente. Nel bando abbiamo inserito un indirizzo di carattere industriale, prevedendo 4 punti per la siderurgia.
Pochi.
Ripeto: non potevamo fare una gara su misura. È un reato.
Anche il prezzo, 150 milioni per 50 anni, è considerato esorbitante. Più del doppio di quanto pagano oggi.
È la stima fatta dagli uffici. Del resto chi si aggiudica la gara avrà il diritto di superficie sugli immobili. Potrà disporre del complesso a suo piacimento tranne vendere ovviamente.
Secondo lei, alla fine la Valbruna parteciperà alla gara?
Lo sapremo il 14 novembre.
Perché cosa succede?
Per quella data è fissato il sopralluogo all’interno della fabbrica, condizione indispensabile per partecipare alla gara. Si saprà quindi se la Valbruna, che fa capo alla famiglia di industriali vicentini Amenduni, ha o meno intenzione di partecipare e se ci saranno altri potenziali concorrenti.
Però 30 anni fa il suo predecessore Durnwalder aveva salvato i posti di lavoro e dato in concessione la fabbrica alla Valbruna.
Lo so e riconosco che è stato un momento importantissimo, in cui anche il gruppo italiano si è sentito direttamente partecipe dell’importanza dell’autonomia. D’allora sono passati 30 anni: la direttiva Bolkenstein e una serie di sentenze oggi ci obbligano a fare la gara in nome della libera concorrenza. Che non possiamo invocare solo quando ci fa comodo.
Scusi, ma per le Acciaierie di Cogne la Valle d’Aosta in tempi più recenti si è comportata diversamente: ha rinnovato automaticamente la concessione in scadenza.
Non era una concessione in scadenza come nel nostro caso, ma una modifica di un rapporto in essere.
Stabilito quindi che essendoci una gara, nessuno può dire che a vincerla sarà sicuramente la Valbruna, quante garanzie ci sono che quello resti un sito industriale? Per la Provincia la produzione a Bolzano sud è davvero strategica?
Quello è e resterà un sito industriale. E non è un caso che usi specificamente questo termine e non un più generico produttivo.
Industriale e a vocazione siderurgica?
Confermo la vocazione siderurgica. Perché comprendo benissimo l’importanza della produzione dell’acciaio.
Nella Svp sono tutti d’accordo?
Lo abbiamo condiviso tutti in giunta.
Il timore è che da più parti ci sia la tentazione – se non ci fossero più le Acciaierie – di usare quell’area per costruire case.
Lo ripeto: quella è e resta un’area industriale, non si fanno case.
E se il bando andasse deserto?
Si cercherà di capire se qualcosa non ha funzionato e si deciderà se rifarlo o optare per un’altra procedura.
Golden Power, siete in contatto con il governo? Sapete a che punto sono e se davvero si vogliono giocare questa carta?
Siamo in contatto con il governo. Ci hanno chiesto della documentazione. Vedremo cosa decideranno. Ma anche se il governo scegliesse di giocare questa carta, non significa comunque un’assegnazione diretta alla Valbruna. Bensì dichiarerebbe – in accordo con la Provincia – di interesse nazionale questo tipo di produzione e il vincitore della gara dovrebbe impegnarsi a dare continuità.
I sindacati dicono che la proprietà ha fatto forti investimenti nello stabilimento bolzanino.
Direi che ne ha fatti più in quello di Vicenza.
Lei ha avuto contatti con la famiglia Amenduni?
In passato, non adesso. Avevamo ragionato rispetto a un progetto per l’abbattimento dei rumori che però non è stato realizzato.




