Manildo e Stefani a confronto con la CISL
Si intensificano i confronti tra i candidati alla presidenza della Regione Veneto in vista delle elezioni regionali, in programma il 23 e 24 novembre 2025. Ieri, mercoledì 22 ottobre 2025, Alberto Stefani (centrodestra) e Giovanni Manildo (centrosinistra) hanno incontrato i rappresentanti della CISL del Veneto a Limena (Padova), presso l’hotel Crowne Plaza.
Il segretario generale della CISL Veneto, Massimiliano Paglini, ha definito l’incontro “aperto e costruttivo”, sottolineando come il sindacato abbia presentato un Manifesto in dieci punti per un futuro di lavoro, sviluppo e tutele sociali. Paglini ha espresso l’urgenza di “imprimere una svolta decisa per risvegliare dalla quiescenza questo territorio”, accogliendo con favore la disponibilità dei candidati a istituire un Consiglio regionale dell’economia, luogo di confronto e coprogettazione.
Autonomia: Stefani spinge sulle prime materie, Manildo critica il ritardo
Il tema dell’Autonomia è stato centrale nel dibattito. Alberto Stefani ha ricordato il referendum del 2017 e ha annunciato i prossimi passi: “Nelle prossime settimane c’è la negoziazione sulle prime quattro materie non Lep“. Il candidato ha ribadito la necessità di proseguire anche con le materie coperte dai Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), citando l’istruzione, che rappresenterebbe una “grande rivoluzione” per le scuole materne, in Veneto ancora in gran parte non pubbliche. Stefani ha aggiunto che il percorso si dovrà completare, come da accordi del PNRR, entro il secondo trimestre del 2026.
Giovanni Manildo ha replicato con forza: “Sono passati esattamente otto anni da quel referendum, costato oltre 21 milioni di euro ai contribuenti, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti: zero nuove competenze e zero risorse in più rimaste in Veneto”. Il candidato del centrosinistra, ricordando il ruolo della Lega nel governo nazionale, ha chiesto di “finirla con le ‘ciacole’ e cominciare a lavorare per risultati veri“.
Regionali Veneto: Sanità, giovani e discontinuità politica
Sulle emergenze come sanità e sociale, Alberto Stefani ha dichiarato di non volere “contrapposizioni ideologiche” e ha invitato ad affrontare le situazioni con soluzioni rapide, dato che si tratta di problematiche che “non hanno una caratterizzazione regionale, ma provengono da programmazioni nazionali di anni“.
Giovanni Manildo ha invece rimarcato le differenze con l’avversario e con il passato: “Sono emerse molte diversità. In molte posizioni di Alberto Stefani sono emerse posizioni di critica agli ultimi 15 anni di Veneto marcato Luca Zaia, quindi penso che il candidato del centrodestra abbia un problema di discontinuità“. Manildo ha sottolineato che l’analisi lucida e coraggiosa della CISL ha dimostrato che molte fragilità “non sono state accolte” e si è lamentata un’assenza della Regione.
Il programma di Manildo si basa su un nuovo “metodo di governo fondato su dialogo e responsabilità condivisa”, con al centro le “sette mosse per creare futuro”, che includono il “contratto d’ingresso” per giovani e imprese (con borse regionali da 500-600 euro) e la riforma della sanità pubblica, con l’annuncio di un assessore tecnico alla Salute prima del voto.
Oltre ai due competitor principali, alla corsa per la poltrona di governatore del Veneto partecipano anche Fabio Bui (Popolari per il Veneto) e Marco Rizzo (Democrazia Sovrana Popolare), Riccardo Szumski (Resistere), Lorenzo Damian (Pescatori di Pace).
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