La Sanità digitale vola verso i 3 miliardi, le imprese: “Ora serve una strategia oltre il Pnrr”
La Sanità digitale avanza nelle corsie degli ospedali e negli ambulatori dei medici a colpi di telemedicina e fascicolo sanitario elettronico e sulla spinta di tecnologie abilitanti come cibersecurity (+15%), cloud (+25%) e soprattutto intelligenza artificiale che fa sempre di più la parte del leone (+35% sul 2024). Un mercato che cresce ogni anno quasi a doppia cifra e che dopo aver raggiunto i 2,47 miliardi nel 2024 quest’anno – secondo le previsioni di NetConsulting Cube – raggiungerà i 2,7 miliardi (+9,3%) per poi sfiorare i 3 miliardi nel 2026 (+8,5 per cento). Una crescita, questa, che può contare su tecnologie ormai mature e diverse soluzioni operative che hanno potuto sfruttare la grande palestra del Pnrr che scommette molto sulla Sanità digitale. Ecco perché ora è urgente pensare a una strategia nazionale dopo il Pnrr che scade nel 2026: da qui le indicazioni e le ricette possibili delle imprese del settore Ict riunite in Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria, che oggi durante l’evento «Sanità Digitale: Persone, Visioni, Futuro» presenteranno il White Paper «Tecnologie e policy per il futuro della Sanità Digitale».
Si tratta di un documento che punta su cinque pilastri – innovazione tecnologica, semplificazione normativa, interoperabilità, accesso ai fondi e sviluppo delle competenze – e propone alcune policy a partire dall’introduzione di nuovi modelli di Value Based Procurement e dall’adozione obbligatoria di standard aperti per promuovere l’interoperabilità dei sistemi per arrivare alla creazione di un fondo nazionale stabile per la sanità digitale superando la logica dei bandi e delle gare fino a prevedere programmi strutturati di aggiornamento professionale per il personale sanitario. «Le tecnologie sono pronte e molte soluzioni già operative. L’Italia dispone di competenze e casi di successo in grado di rendere la sanità più efficiente, sostenibile e centrata sulla persona», avverte Domenico Favuzzi, Vice Presidente vicario Anitec-Assinform, con delega alle relazioni con i territori e al monitoraggio del Pnrr. «Il Pnrr ha avviato il percorso gettando le basi, ma è arrivato il momento di una vera strategia nazionale per la sanità digitale, con fondi stabili e un coordinamento costante. Serve collaborazione concreta tra pubblico e privato per mettere a sistema le migliori pratiche e ottenere risultati reali».
Il White Paper è il risultato di un lavoro congiunto tra le imprese associate Almaviva, Cisco, Engineering, Exprivia, IBM, InterSystems, Kelyon, Microsoft, Oracle, Praezision e Salesforce, con la collaborazione delle associazioni Aiop, Assobiotec, Assolombarda, Farmindustria e Confindustria Dispositivi Medici e di Confindustria. E ha il merito di mettere in fila la visione delle imprese e i passi in avanti fatti finora e quelli ancora da fare. La seconda parte del documento raccoglie infatti, attraverso un’indagine condotta tra le aziende del settore, il punto di vista di chi opera direttamente nella sanità digitale. Ne emergono alcune evidenze chiave: l’Intelligenza artificiale è prioritaria per l’86,96% delle imprese; l’interoperabilità resta un nodo irrisolto, soprattutto sul piano tecnico e semantico; la compliance normativa pesa in particolare sulla gestione dei dati dei pazienti (73,91%); l’accesso ai finanziamenti è ancora critico, soprattutto per le Pmi visto che oltre un terzo non ne ha mai ottenuti.
Per questo ora serve una strategia nazionale perché in gioco c’è il cambio di pelle digitale del nostro Ssn che proprio in questi mesi sta sperimentando la telemedicina che ha già raggiunto i primi 500mila pazienti grazie agli investimenti del Pnrr e al lancio della Piattaforma nazionale di Telemedicina. Così come dopo una prima fase a rilento sta decollando anche il Fascicolo sanitario elettronico – utilizzato dal 44% dei cittadini e dal 98% dei medici – cruciale per alimentare l’Ecosistema dei dati sanitari (la Sanità genera il 30% dei dati) che rappresenta il petrolio del futuro, preziosissimo carburante per fare ricerca, innovazione e mettere in pista politiche di prevenzione e programmazione su misura.
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