Trentino Alto Adige/Suedtirol

Bressanone, abiti usati da riciclare: 25 borse in giro per la città – Bressanone



BRESSANONE. La cooperativa B*Coop di Bressanone lancia un progetto per creare meno rifiuti tessili e promuovere il riciclo. Si chiama “Saccopacko” e incoraggia lo scambio di abiti: una borsa viene riempita con abiti in buono stato e passa di mano in mano, ognuno può prendere uno o più capi e in cambio inserire qualcosa di usato ma in buone condizioni. La borsa continua il suo viaggio fino a quando non torna alla persona che l’ha avviato.

«L’idea è semplice – sottolineano i promotori – e rafforza il senso di comunità. Non serve un’app sullo smartphone, né un account, basta solo la gioia di condividere. Ogni giro viene documentato e chi partecipa può diventare parte di un movimento in crescita. L’obiettivo è chiaro: meno rifiuti tessili, più condivisione».

«L’emergenza dei vestiti usati è ormai un problema globale – spiega Alexander Nitz, amministratore di B*coop – Ogni anno tonnellate di abiti finiscono in discarica o vengono inceneriti, con gravi conseguenze per l’ambiente. A rendere la situazione ancora più critica è l’invasione di capi prodotti basso costo, realizzati con materiali di scarsa qualità, difficili o impossibili da riciclare, che finiscono rapidamente tra i rifiuti. A Bressanone, da gennaio, anche i contenitori pubblici per la raccolta sono stati rimossi e ora chi vuole disfarsi dei propri vestiti deve recarsi al centro di riciclaggio comunale. L’idea di Saccopacko è semplice: far circolare borse piene di abiti usati in buone condizioni tra cittadini, per dare nuova vita ai capi che non si usano più. Una borsa con vestiti puliti e in buono stato viene affidata a una persona, che può scegliere alcuni capi, aggiungerne da tre a cinque, sempre puliti, e poi passare la borsa a un altro partecipante entro tre giorni. Tutto viene annotato su una lista che accompagna la borsa. Dopo dieci passaggi, il “saccopacko” ritorna alla cooperativa o al mittente iniziale, pronto a ripartire per un nuovo ciclo. Ci piace pensare che un vestito, invece di finire nel cassonetto, possa continuare a raccontare storie – sottolinea Nitz – passando di mano in mano. Al momento abbiamo già 25 borse in circolazione a Bressanone».

«Il nostro sogno è che questa iniziativa diventi una rete, un modo per cambiare mentalità a partire dai gesti quotidiani. L’iniziativa, che si affianca ad altre forme di economia solidale e circolare, invita a ripensare il nostro rapporto con la moda. Troppe volte compriamo capi che indossiamo solo una o due volte, attratti da offerte e tendenze passeggere. Non si tratta solo di evitare lo spreco – conclude Nitz – ma di costruire una comunità più responsabile, dove il valore delle cose non si misura solo nel prezzo d’acquisto. Un abito può avere più vite, se troviamo il modo di condividerlo».

Ora il progetto guarda già oltre i confini cittadini. Anche da altre località vicine sono arrivati segnali di interesse e il gruppo è disponibile a condividere il modello con altri territori.




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