Il governo continua a rinviare e lascia i territori senza certezze

La partita delle concessioni balneari resta uno dei dossier più caldi per la costa emiliano-romagnola, sul tema intervengono i consiglieri regionali romagnoli del Pd. “La risposta dell’assessora regionale al Turismo, Roberta Frisoni, all’interrogazione presentata dai consiglieri regionali romagnoli del Pd lo scorso agosto fotografa con chiarezza una situazione ferma al palo: mentre la Regione ha già attivato strumenti di confronto, supporto tecnico e linee guida condivise, dal governo nazionale non sono ancora arrivati i provvedimenti indispensabili per mettere i comuni in condizione di avviare le procedure con regole certe e omogenee”.
“Il governo Meloni – dichiarano Lucchi, Parma, Petitti, Bosi, Proni, Ancarani e Valbonesi – sta lasciando i territori in una condizione di totale incertezza, senza fornire le regole fondamentali per dare stabilità al settore. Ogni rinvio alimenta tensioni, mette a rischio investimenti e impedisce agli operatori balneari di programmare il futuro. È un atteggiamento irresponsabile che scarica sui Comuni la gestione di una paralisi normativa creata a livello statale”.
“A complicare ulteriormente il quadro, sia il Consiglio di Stato che la Commissione europea hanno sollevato rilievi sulla bozza del decreto, mettendo in discussione la sua conformità al diritto comunitario e al principio di concorrenza. Nel frattempo, la Regione Emilia-Romagna ha portato avanti un percorso di ascolto e concertazione con i Comuni costieri, le associazioni di categoria e le rappresentanze sindacali, predisponendo linee guida per garantire uniformità territoriale, equità e valorizzazione delle specificità locali”.
“La Regione – proseguono i consiglieri regionali – sta esercitando con responsabilità il proprio ruolo di coordinamento, lavorando insieme per fare squadra, ma non può sostituirsi allo Stato. Senza un quadro normativo definitivo, i comuni rischiano di trovarsi con bandi diversi da territorio a territorio, con possibili disequilibri competitivi e conseguenze gravissime sull’intero comparto turistico-balneare”.
Il sistema delle concessioni riguarda non solo le spiagge, ma l’intera filiera turistica della costa, con un impatto diretto su occupazione, economia locale e attrattività internazionale. “Il nostro modello turistico-balneare – concludono Lucchi, Parma, Petitti, Bosi, Proni, Ancarani e Valbonesi – è un patrimonio economico e identitario costruito nel tempo grazie al lavoro, alla professionalità e agli investimenti di migliaia di imprese, famiglie e lavoratori. Il Governo smetta di rinviare, approvi subito i decreti mancanti, avvii la riforma del Codice della navigazione e apra un confronto serio con le Regioni per definire una disciplina stabile, coerente e rispettosa delle esigenze dei territori. Il settore ha bisogno di regole, non di incertezze”.
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