Trentino Alto Adige/Suedtirol

Kompatscher e Urzì difendono Sinner: «Polemiche inutili, è italiano come tutti noi» – Cronaca



BOLZANO. Le dichiarazioni del giornalista Bruno Vespa su Jannik Sinner, innescate dalla decisione del tennista altoatesino di non partecipare alla Coppa Davis, hanno riaperto un vecchio dibattito sulla sua identità linguistica. Vespa ha infatti sostenuto che non ci sarebbe motivo per un italiano di tifare per Sinner perché la sua lingua madre è il tedesco.

Una posizione che ha sollevato critiche trasversali, a partire da quella dell’onorevole Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Affari Costituzionali alla Camera dei deputati. «E ci risiamo con questa storia che non c’è ragione per un italiano di tifare per Jannik Sinner perché la sua lingua madre è il tedesco», ha dichiarato Urzì, definendo le parole di Vespa «una dimostrazione di ignoranza sulla natura e sulla struttura dell’Alto Adige, la più settentrionale provincia d’Italia, un territorio plurilingue dove nessuno dovrebbe sentirsi messo in discussione per la propria lingua».

Il deputato ha ricordato che la convivenza tra i gruppi linguistici è tutelata dallo Statuto di autonomia del 1946 e rappresenta un valore fondamentale del territorio. «Sinner è un italiano che ha una madrelingua diversa dall’italiano e non per questo non merita il tifo degli italiani come uno di noi, perché è uno di noi», ha sottolineato.

Parole di sostegno sono arrivate anche dal presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, che ha invitato a riportare la discussione sui binari del rispetto e della misura. «Si tratta di una polemica sterile e inutile – ha detto –. Tutti vorremmo vedere Sinner anche in Coppa Davis, incluso me. Però lo sappiamo dai grandi campioni della storia, da Federer a Vilander e altri: chi ambisce di essere il numero uno, a volte deve anche fare delle rinunce».

Kompatscher ha ricordato che proprio Sinner «ha portato in Italia due Coppe Davis» e che la sua è stata «una scelta sofferta, dettata dal desiderio di riconquistare il trono del tennis mondiale». «È successo a tanti campioni prima di lui – ha aggiunto – e non va letto come un tradimento. Io spero che riconquisti il numero uno al mondo e che poi possa di nuovo anche gareggiare in Coppa Davis».

Un fronte comune, dunque, quello di Urzì e Kompatscher, uniti nel difendere il tennista altoatesino da accuse e pregiudizi, ricordando che Jannik Sinner è un simbolo autentico dell’Italia contemporanea: plurale, professionale e vincente.




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