Cultura

Madi Diaz – Fatal Optimist

Madi Diaz ha sempre amato esplorare i sentimenti, cercando di capirne e carpirne l’essenza, soprattutto negli ultimi due album: “History of a Feeling” del 2021 e “Weird Faith” uscito lo scorso anno e due volte candidato ai Grammy. “Fatal Optimist” è un nuovo capitolo di questa ideale trilogia,  il suo momento minimalista e unplugged.

Credit: Press

Prodotto da Gabe Wax (Soccer Mommy, Zach Bryan) e Jake Weinberg  (che si è occupato di “Hope Less” e “Feel Something”) e nato dopo la fine di una relazione sentimentale che avrebbe potuto concludersi con un matrimonio, rielabora l’antico adagio del cuore spezzato con destrezza, distillando le lezioni da imparare per non trovarsi più in una posizione così scomoda.

E’ la voce di Diaz a fare gli onori di casa, un inizio a cappella quello di “Hope Less” con la chitarra che accompagna parole dolorose come lividi, l’invito ad aspettarsi meno dalle persone che diventa monito e passione.”I’m in between dying and dreaming” canta in “Ambivalence”, coordinate estreme su cui l’intero disco si muove felpato.

Melodie essenziali quelle di “Feel Something”, “Good Liar”, “Lone Wolf” in cui la chitarra acustica non è solo strumento ma quella migliore amica che ti ascolta nei momenti peggiori,  tra i ricordi di “Heavy Metal” e una capacità di mettersi a nudo con sincerità. No, il tempo non sempre cura le ferite ma sperare è umano in fondo sembra essere la filosofia di “If Time Does What It’s Supposed To”.

Il piano di “Flirting” è una piacevole sorpresa, ma sono gli arpeggi di brani come “Why’d You Have To Bring Me Flowers”, “Time Difference” e della title track e dominare la scena. Madi Diaz mette se stessa al primo posto, vulnerabile ma non sconfitta in un disco orgogliosamente folk e confessionale, disarmato e disarmante, onesto nella sua apparente semplicità.


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