Umbria

Antognolla, il castello umbro venduto al colosso immobiliare di Abu Dhabi per 150 milioni. Ricci: “Futuro più solido”


“Nel corso di quest’anno, insieme al nostro consiglio di amministrazione e all’intero team, abbiamo gestito con successo una fase di transizione cruciale per Antognolla, ponendo le basi per un futuro ancora più solido dell’azienda, oggi di proprietà di un prestigioso player internazionale. Di comune accordo, abbiamo concluso che la mia missione in Antognolla può ora considerarsi completata, con soddisfazione condivisa”. Così Federico Ricci, amministratore delegato di Antognolla, in merito alla notizia dell’acquisizione da parte del gruppo emiratino, che conta un portafoglio globale dal Medio Oriente al Nord Africa fino all’Europa, ha acquisito il 100% della proprietà dal russo Andrey Yakunin e dagli altri soci di minoranza.

Il closing dell’accordo, che consacra Antognolla come un marchio umbro in grado di attrarre investitori di levatura mondiale, si è completato nella massima riservatezza a metà ottobre. Poche settimane prima, Alabbar in persona – l’uomo da 2,3 miliardi di dollari secondo Forbes, padre del Burj Khalifa a Dubai e del Dubai Mall – era volato in Umbria per siglare il contratto. Nel corso della visita, avvistato in un noto hotel di Assisi, ha incontrato a palazzo Donini la governatrice Stefania Proietti e la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, per illustrare la visione di sviluppo.

Il piano di rilancio si innesta sul progetto avviato da Yakunin, che prevedeva il restauro del maniero e la trasformazione della tenuta in un resort di lusso Six Senses, affiancato da una serie di mini-alloggi extra-lusso. La nuova proprietà, tuttavia, porta con sé la promessa di ulteriori e consistenti investimenti per posizionare il complesso nella fascia più alta del mercato immobiliare globale. Le risorse, come dimostra la portata dell’acquisizione, non mancano.

Quella per Antognolla non è una mosca isolata. L’Italia, e in particolare il suo patrimonio alberghiero di lusso, rientrano in una strategia di espansione europea annunciata da Alabbar. Già nel 2024 il gruppo aveva acquisito il Grand Hotel Imperiale a Forte dei Marmi e, lo scorso giugno, il Grand Hotel Des Bains a Venezia. In un’intervista al Financial Times proprio durante la sua venuta in Umbria, Alabbar ha spiegato che gli utili in crescita del 25% (pari a 5,1 miliardi di dollari lo scorso anno) della sua holding Emaar richiedono nuovi sbocchi: “Dubai è diventata troppo piccola per poter crescere ancora”.

 


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