Louvre, ipotesi “Pink panthers”: ecco quale pista stanno seguendo gli investigatori
La Francia è ancora sotto choc per quanto accaduto domenica scorsa: un gruppo di banditi ha fatto irruzione nel Museo del Louvre, a Parigi, ed è riuscito a fuggire con i gioielli di Napoleone e dell’Imperatrice. Qualcosa di inaudito, che sicuramente resterà nella storia. Le ricerche sono ovviamente cominciate subito e a distanza di giorni ci troviamo nel pieno delle indagini. Gli inquirenti francesi non intendono escludere alcuna pista, anche se stanno iniziando a emergere le prime ipotesi.
Gli autori del “colpo del secolo” potrebbero essere i Pink panthers, una banda criminale dell’Est Europa.
Si tratta di una corsa contro il tempo. Più giorni passano, più i criminali avranno modo di far perdere le loro tracce e meno possibilità avranno le autorità francesi per recuperare i tesori sottratti. Attualmente al caso stanno lavorando circa sessanta investigatori della Brigata anticrimine della polizia giudiziaria parigina. Oltre a loro, sono stati coinvolti anche gli agenti dell’Ufficio centrale per la lotta contro il traffico di beni culturali. Persino la Cgi Group, società di intelligence israeliana, è stata contattata. Il presidente Emmanuel Macron ha promesso che i gioielli torneranno al Louvre, ma l’impresa non è facile. Inoltre, crescono le polemiche per la facilità con cui i criminali sono riusciti ad accedere al museo e a scappare con la preziosa refurtiva.
Secondo gli inquirenti, ma si tratta ancora di un’ipotesi, dietro al furto potrebbe esserci la banda dei Pink panthers, una rete di ladri di gioielli, composta da circa 800 membri, provenienti principalmente da Serbia, Montenegro, Croazia e altri paesi dell’Est.
“Tutte le ipotesi restano aperte”, ha dichiarato Laure Beccuau, procuratore di Parigi, come riportato da Il Corriere. “La rapina potrebbe essere stata commissionata da un collezionista, nel qual caso avremmo qualche speranza di recuperare i pezzi in buono stato, oppure compiuta da ladri interessati solo ai gioielli e ai metalli preziosi, magari utili per riciclare i proventi di attività criminali. Tutto può essere collegato al traffico di droga, date le ingenti somme di denaro coinvolte”.
Intanto nella giornata di ieri il Museo del Louvre è rimasto chiuso per consentire il proseguimento dei rilievi.
Molti testimoni sono stati ascoltati, e qualcuno ha affermato di aver udito i criminali parlare in una lingua straniera. Da qui il timore che si tratti dei Pink panthers. Il modus operandi, del resto, pare proprio quello: azioni rapide e precise, sortite non violente e obiettivi prestigiosi.
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