Sampdoria, la conferenza stampa di Gregucci e Foti
Genova. Un giorno e mezzo di lavoro è poco, ma Angelo Gregucci, nuovo tecnico della Sampdoria in una gestione collettiva insieme a Salvatore Foti (che studia da mister, ma non potrà essere ufficialmente allenatore sino a fine stagione perché gli manca il patentino Uefa Pro) e Nicola Pozzi, usa poche parole ma chiare nella conferenza stampa di presentazione: “Non basta lavorare, bisogna fare punti. Con umiltà“.
Troppo presto capire cosa c’è di diverso rispetto all’anno scorso, quando Gregucci era nello staff con Evani e Lombardo: “Non ho ancora annusato la squadra rispetto a quella dell’anno scorso, avessi naso andrei a tartufi. Quello che so è che bisogna creare empatia con i giocatori perché sono l’elemento che domina il calcio e cercare di avere il quadro preciso della situazione. C’è una squadra in fondo alla classifica e si va avanti tutti insieme. La componente che vince è l’umiltà, è l’elemento che ha dominato i fuoriclasse e l’unità. Io ho la fortuna di lavorare con un gruppo fortemente identitario. Sono circondato da sampdoriani. Questa è la vera costante. Mi sento nobile a stare qui di nuovo“.
Il neo mister chiarisce: “Di sicuro non voglio spendere un termine banale che è il lavoro.
Perché secondo me lavorano tutti. Dobbiamo trovare la linea di galleggiamento il prima possibile e il primo nemico siamo noi stessi. Per questo ci vuole un’identità solida. Non è facile. Parlare serve a poco, dobbiamo fare risultato il prima possibile. Per me ogni partita sarà una finale di Coppa del Mondo, già Sampdoria-Frosinone“.
“Quello che è successo sinora non conta, ora dobbiamo guardare avanti − aggiunge Foti − certo che conosco il trascorso, quando potevo seguivo la Samp anche l’anno scorso, quando lavoravo in Turchia”.
I problemi della Sampdoria sono anche mentali? “Per muovere le gambe servono teste lucide. Cercheremo di dare convinzioni a questi giocatori, crediamo in loro, ma non dobbiamo sbagliare nei comportamenti: se fai un fallo e ci lasci in dieci dopo 10 minuti non va bene”.
Foti e Gregucci sono consapevoli di essere la sesta guida tecnica in un anno: “Il nostro pensiero − dice Foti − è solo di fare determinate cose in allenamento e vederle alla partita. Io sono arrivato qui nel 2006, siamo nel 2025 e per me la Sampdoria è qualcosa di importante”. “Sappiamo che cosa rappresentiamo − specifica Gregucci − questo è un fardello, a volte, ma avendo lavorato tanto tempo con Mancini, di questo ambiente qui ho conosciuto solo eccellenze”.
L’anno scorso con il nuovo corso Evani-Lombardo-Gregucci, la Sampdoria aveva blindato la porta: “Non era solo merito mio − afferma il mister − noi condividiamo quello che facciamo tutti insieme, siamo un gruppo e cerchiamo di dare il nostro apporto. Non credo più nell’allenatore-santone, credo in un calcio più partecipato, dove tutti i comparti sono studiati nei minimi particolari. Serve equilibrio. Il giocatore deve sapere cosa fare quando ha la palla e cosa fare quando non ce l’ha. Il comportamento dell’attaccante ti permette di difendere meglio”.
C’è anche il problema del reparto offensivo: “Stiamo pensando a trovare un equilibrio in primis − spiega Foti − un conto è vederli dalla televisione i giocatori, io visto Sampdoria Catanzaro dal vivo, un conto è allenarli secondo le richieste e ogni allenatore ha le proprie idee. C’è da fare giorno dopo giorno è un’ipotesi il fatto di giocare a due punte“.
“Hai mille idee prima di entrare in campo, ma poi il mondo cambia. Noi cercheremo di dare l’idea di come la squadra vuole andare a fare gol”, ribadisce Gregucci.
Su Coda Foti aggiunge: “Lui deve dare tanto anche a livello di leadership. Dobbiamo alzare il loro stato d’animo, avere più fiducia nelle loro qualità. Ci sono giocatori che hanno vinto campionati in serie B e ora la gente pensa che siano di basso livello”.
Foti è stato vice sia di Giampaolo sia di Mourinho, due maestri importanti: “Con Giampaolo ho vissuto tre anni bellissimi, di grande crescita. Ha fatto divertire i tifosi, ha vinto quattro derby e pareggiato due. All’inizio facevo fatica a capire un determinato lavoro, la linea difensiva, il palleggio. Il secondo anno mi ha dato una fiducia incredibile facendomi diventare parte attiva di quella squadra che faceva tante cose belle. Mourinho? Lui è garanzia di successo. È uno dei più grandi per numero di trofei, uno dei più grandi comunicatori. Mi porto dietro il lavoro fatto assieme e le emozioni vissute a Roma e in Turchia. È stata un’esperienza incredibile, ci siamo tolti soddisfazioni e arricchiti anche nelle delusioni. Mi ha scritto ‘Forza Samp‘, perché sa bene cosa significa per me questa squadra.”
Nessun riferimento al mercato di gennaio. Per Gregucci “Lo spazio temporale è troppo poco. Per il bene della Sampdoria romperò l’anima per prendere il meglio, ma ora il focus è sul Frosinone, quando arriveremo a quel tipo di mercato avremo delle idee.

La presentazione di Gregucci e Foti con Fredberg e Andrea Mancini