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Droga, divorzi e il purgatorio dei registi: Martin Scorsese svela i capitoli più oscuri della sua vita in un nuovo documentario

Uno degli aspetti più sorprendenti del successo di Martin Scorsese è quanto spesso sia stato sul punto di perderlo. Le battute d’arresto del regista 82enne occupano lo stesso spazio dei suoi trionfi in Mr. Scorsese, una docu-serie in cinque parti che ne ripercorre la carriera cinematografica, ora in streaming su Apple TV.

Diretta da Rebecca Miller, figlia del drammaturgo Arthur Miller e moglie di Daniel Day-Lewis (che ha recitato in L’età dell’innocenza e Gangs of New York), Mr. Scorsese racconta la vita del regista dall’adolescenza turbolenta nel quartiere newyorkese di Little Italy fino alla realizzazione di Killers of the Flower Moon (2023), candidato a 10 premi Oscar, senza dimenticare tutti i film nel mezzo. Scorsese parla della sua opera in modo molto dettagliato, con l’aiuto di famigliari, amici ed ex collaboratori come Day-Lewis, Francesca Scorsese, Robert De Niro, Leonardo DiCaprio, Mick Jagger, Steven Spielberg, Jodie Foster e Cate Blanchett, oltre a Sharon Stone (Casinò) e Margot Robbie (The Wolf of Wall Street), che parlano apertamente della propria esperienza nei rispettivi set di Scorsese, dominati dalla presenza maschile.

Dopo aver raccontato sullo schermo la violenza della mafia vicino cui era cresciuto, Scorsese è stato spesso ridotto ai suoi drammi criminali (Mean Streets, Quei bravi ragazzi), ma quasi tutta l’opera del regista affonda le radici nella religione cattolica di cui è seguace (L’ultima tentazione di Cristo, Silence). Anche titoli altrimenti laici di Scorsese riflettono su domande come «Chi siamo? Cosa siamo, dovrei dire, in quanto esseri umani?», come dice nell’apertura della serie. «Siamo intrinsecamente buoni o cattivi? (…) Questa è la lotta. E io ci lotto continuamente».

Questa dicotomia si riflette in alcuni dei capitoli più oscuri della biografia di Scorsese, che vanno dalla dipendenza dalla droga negli anni ’70 ai quattro divorzi prima di sposare l’attuale moglie, Helen Morris, nel 1999. «Il problema è che il peccato ti piace!» dice Scorsese nella serie. «È il problema che ho sempre avuto! Mi piace. Quand’ero cattivo, mi piaceva molto». Di seguito, alcuni dei momenti più rivelatori di Mr. Scorsese.

Scorsese attribuisce all’asma di cui soffriva da piccolo il merito di averne agevolato l’amore per il cinema.

«Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster», dichiara in modo memorabile il personaggio di Ray Liotta al termine della scena iniziale di Quei bravi ragazzi. Dal canto suo, invece, Scorsese aveva intrapreso la via del sacerdozio prima che l’amore per il cinema attecchisse in lui. Il regista è cresciuto prima a Corona, nel Queens, poi nel Lower East Side di New York dopo aver assistito a una lite tra suo padre Charles, un operaio del Garment District, e il loro padrone di casa. «C’era di mezzo un’ascia. Ricordo di aver visto un’ascia», dice Scorsese nel documentario, senza approfondire. «La violenza era sempre imminente».


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