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Los Angeles 2028, un business da 15 miliardi


Mille giorni ai Giochi estivi di Los Angeles 2028 che ha già ospitato le Olimpiadi in due occasioni, 1932 e 1984. In entrambe le occasioni, l’eredità economica e sociale è durata decenni. L’obiettivo adesso è che la prossima edizione abbia un impatto ancora più profondo. “I Giochi del 2028 sono un’opportunità per reinventare le nostre infrastrutture, rafforzare la resilienza della comunità e ampliare le opportunità per tutti gli abitanti di Los Angeles”, ha spiegato la sindaca Jaren Bass in occasione di un incontro a Venice Beach, uno dei luoghi che ospiterà le gare olimpiche e dove verrà assegnata la prima medaglia, quella del triathlon. “Saranno i Giochi per tutti. Questa è la mia visione”.

Grazie a un contributo di 160 milioni di dollari (137 milioni di euro) da parte del Cio e del comitato organizzatore di LA28, il programma “PlayLA” amplia le opportunità sportive per i giovani della città. Sul fronte economico, l’ufficio del sindaco stima che i Giochi genereranno un impatto di 18 miliardi di dollari (15 miliardi di euro) e oltre 90.000 posti di lavoro, con un reddito da lavoro di 5 miliardi di dollari (4,3 miliardi di euro). Secondo Bass, l’evento non sarà solo una vetrina globale, ma anche una leva per lo sviluppo economico sostenibile della città.

L’impegno ambientale è un altro tratto distintivo di questa edizione. Los Angeles 2028 sarà la prima edizione dei Giochi Olimpici moderni a non richiedere la costruzione di nuove sedi permanenti, ma a utilizzare strutture già esistenti e temporanee.

Malagò: “I nostri Giochi saranno un modello”

“Lo sport è l’unico momento su cui è assolutamente indispensabile rispettare i tempi. E’ grave, è sostanzialmente sbagliato se uno inaugura un ponte o una strada cinque giorni dopo o un mese dopo. Nel caso nostro sappiamo che tutto deve essere pronto nel tempo previsto”: lo ha detto il presidente della Fondazione Milano-Cortina 2026, Giovanni Malagò, collegato con il convegno organizzato al Parlamento europeo sul tema. “Noi come fondazione entriamo in campo” con tutti gli aspetti organizzativi “quando gli altri finiscono il loro lavoro”. “Noi, e ci tengo a sostenere questo concetto, siamo il primo modello delle Olimpiadi dell’era moderna, che non si svolgono in un luogo, in una città. Siamo andati a guardare il passato, sono sempre stato un solo ‘titoling’, anche recentemente appunto Parigi, ma abbiamo unito due città, molto diverse tra di loro, una metropolitana internazionale in grande crescita, come a Milano, un’altra un’icona a livello mondiale che rappresenta la parte delle montagne e dello sport”.

Abodi: “L’Italia ha bisogno di strutture moderne”

“In Italia c’è la necessità di avere infrastrutture moderne, accessibili, che siano economicamente autosufficienti, che siano funzionali a chi ci deve entrare”: così il ministro dello Sport, Andrea Abodi, a margine della posa della prima pietra del nuovo stadio di Venezia. “Vorrei semplicemente vedere – ha proseguito Abodi- che il patrimonio immobiliare sportivo sia compatibile con i tempi e con l’esigenza delle persone. Per questo motivo, complimenti a chi ha saputo accantonare risorse e destinarle a quest’opera, che è un insieme di infrastrutture sportive che rendono Venezia una città metropolitana moderna”.


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