Cultura

Nick Mulvey – Live @ Covo Club (Bologna, 16/10/2025)

Drew de F Fawkes, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

La ricchissima stagione dei quarantacinque anni del Covo Club procede spedita e anche stasera si torna in viale Zagabria per un ottimo concerto, quello di Nick Mulvey, ex percussionista dei Portico Quartet, ma da tempo attivo come solista.

Dopo aver lasciato la band inglese, di cui era uno dei fondatori, il folk-singer originario di Cambridge ha pubblicato quattro LP, mentre la settimana prossima – e più precisamente venerdì 24 ottobre – ne realizzerà un quinto, “Dark Harvest Pt. 2″, secondo capitolo di un album la cui prima parte aveva già visto la luce lo scorso giugno.

Come racconterà il songwriter britannico durante gli oltre ottanta minuti del suo concerto, gli ultimi anni sono stati piuttosto negativi per lui e questo, allo stesso tempo, è stata una fonte di ispirazione per scrivere nuove canzoni, sfociate poi nei due capitoli di “Dark Harvest”.

Come dicevamo, dunque, questa sua prima volta in Italia in versione solista ci darà la possibilità di ascoltare pezzi dai due nuovi dischi, ma allo stesso tempo di recuperare qualche brano dai suoi tre precedenti lavori.

Dopo l’apertura di Harrison Storm, alle dieci e mezza puntualissime ecco salire sul palco Nick Mulvey, accolto da un pubblico entusiasta che aveva mandato sold-out il locale di viale Zagabria già da alcune settimane.

Solo sul palco accompagnato dalla sua chitarra acustica, il musicista di Cambridge si lancia in “Radical Tenderness”, primo estratto da “Dark Harvest Pt. 1″ di oggi: ovviamente mancano le percussioni e i fiati dell’originale, mentre mantiene le sue armonie, guadagnandone invece in intimità e romanticismo.

Anche le canzoni più vecchie come “Cucurucu”, datata 2014 e proveniente dal suo debutto full-length “First Mind”, vengono accolte molto bene dai fan felsinei con i presenti che disegnano le armonie vocali per Mulvey, divertendosi e rispondendo con un continuo handclapping e creando una meravigliosa atmosfera.

Come già anticipato, ci sono anche momenti più bui nella musica dell’inglese come “Dark Harvest”, title-track del suo disco più recente: accompagnato da un piano (ovviamente registrato) in sottofondo e dagli arpeggi della sua sei corde, Nick descrive ambientazioni dolorose e cupe, ma riesce comunque a far partire l’ennesimo handclapping da parte della folla emiliana.

La sua vena romantica e intima prosegue subito dopo con “Mountain To The Moon”, che spinge il pubblico bolognese a cantare insieme all’artista britannico in un folk sincero e piacevole.

Poco dopo ecco un trio di anticipazioni da “Dark Harvest Part 2″ aperto da “Supernatural Healing”, una canzone spirituale, speranzosa e ricca di armonie, sebbene dai toni cupi; poi è la volta di “Every Open Heart” più vivace e passionale, con un tocco tropicaleggiante e un bel coro.

L’ultimo assaggio è “Find Me”, uscito come singolo proprio da pochissimi giorni, un altro brano dai toni folk, disegnato con arpeggi semplici e dall’atmosfera tranquilla, riflessiva e leggermente malinconica.

C’è poi tempo per un encore – anche se tecnicamente Nick non scende dal palco del Covo Club – fatto di tre canzoni con “Fever To The Form”, che chiude la serata piena di passione con handclapping e un livello emotivo davvero notevole.

Una bella prova per Nick Mulvey che, seppur in una versiona solista e spoglia di orpelli, ha saputo regalare al numeroso pubblico presente in sala bellissime e sincere sensazioni, riuscendo a passare dal romantico al malinconico, dall’allegro al triste, ma rimanendo ben scolpito nei cuori dei suoi fan vecchi e nuovi.

Il futuro sembra essere meritatamente roseo per lui e crediamo che la prossima volta che passerà in Italia lo farà in locali molto più ampi del nostro amatissimo Covo Club.


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