Friuli Venezia Giulia

crescono produzione e mercato dei kiwi


In un anno difficile per l’agricoltura friulana, il kiwi si conferma il frutto simbolo della ripartenza. Mentre pioggia e grandine hanno ridotto i raccolti di mele, uva e cereali, l’actinidia – in particolare nelle varietà gialla e rossa – mostra risultati incoraggianti e prospettive di mercato in crescita. Le nuove piantagioni, entrate in produzione proprio nel 2025, stanno portando a un progressivo incremento della resa e a un miglioramento della qualità complessiva.

Frutta in calo, ma innovazione in crescita

Secondo le stime di Fedagripesca Confcooperative del Friuli Venezia Giulia, che riunisce 111 cooperative con un fatturato complessivo di circa 640 milioni di euro, la frutticoltura regionale ha subito una flessione del 15 per cento circa per le mele e cali analoghi per i kiwi tradizionali, ma le prospettive restano positive. I nuovi impianti stanno infatti garantendo una produttività superiore e una qualità più costante, segno di un comparto che investe in innovazione e diversificazione. “Nella frutticoltura – spiega Venanzio Francescutti, presidente di Fedagripesca Confcooperative Fvg – sono ormai indispensabili le reti antigrandine e gli investimenti strutturali per proteggere le produzioni. Il kiwi rappresenta un settore dinamico, che guarda ai mercati internazionali e risponde alle sfide del clima con soluzioni tecniche avanzate”.

Vino e vivaismo, qualità salva ma quantità in calo

Nel settore vitivinicolo, le cantine cooperative, che coprono circa il 40 per cento della produzione regionale, segnalano una vendemmia di buona qualità ma con quantità inferiori alle attese. I cali, tra il 15 e il 20 per cento, sono dovuti in gran parte alle piogge eccessive di agosto e alle grandinate di settembre, che hanno colpito la viticoltura di pianura. Meglio invece la produzione nelle zone collinari, dove le condizioni climatiche hanno permesso di preservare la qualità delle uve, in particolare per il Pinot grigio.

Cereali e zootecnia: margini in calo e costi alle stelle

Per quanto riguarda i cereali, il 2025 segna una produzione nella norma per mais, girasole e soia, fatta eccezione per le aree danneggiate dalla grandine, dove la resa è scesa fino al 30 per cento. Il vero problema, però, resta la redditività: “I prezzi di mercato sono in forte calo mentre i costi continuano a salire – spiega Daniele Castagnaviz, presidente di Confcooperative Fvg –. Molte aziende oggi producono in perdita, con margini sempre più ridotti”.

Situazione simile nel comparto lattiero-caseario e zootecnico, dove i costi di alimentazione, legati al settore cerealicolo, continuano a pesare sui bilanci. Preoccupante, inoltre, il tema del passaggio generazionale: nelle 34 cooperative della filiera del latte, che contano complessivamente 690 aziende, la difficoltà di ricambio tra giovani e anziani mette a rischio la continuità produttiva.

Agricoltura friulana tra resilienza e incertezza

Il 2025 conferma così un quadro complesso. “Le nostre aziende – conclude Francescutti – hanno dimostrato ancora una volta la capacità di reagire alle difficoltà puntando su innovazione, cooperazione e qualità. È questo lo spirito che tiene viva la nostra agricoltura”.


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