Calabria

Catanzaro alla ricerca degli equilibri tattici

Difesa e centrocampo sono fra i temi più importanti nella marcia di avvicinamento alla partita con il Padova. È ovvio il motivo per cui tutti si chiedono – e continueranno a farlo – se Iemmello giocherà ancora da centravanti o verrà affiancato da un’altra punta, ma per la ricerca dell’equilibrio, gli occhi non possono non essere puntati anche nel reparto di mezzo e nel pacchetto arretrato. E negli uomini che verranno scelti, visto che ai nomi si possono collegare qualità ben determinate.
Finora Alberto Aquilani ha cambiato sette formazioni titolari su otto compresa la gara di Coppa Italia e alternato due moduli base. Queste variazioni magari hanno contribuito a rallentare il processo di crescita rispetto a una squadra con interpreti di riferimento completamente definiti, però dall’altro lato sono “prove” che ci stanno vista la necessità di ricercare un’identità in un gruppo rinnovato anche in panchina.
Il 4-2-3-1 delle prime due uscite, in casa Sassuolo a Ferragosto e al “Ceravolo” all’esordio in campionato, contro il Sudtirol, è stato poi messo da parte in favore di un teoricamente più coperto 3-4-2-1: “teoricamente” perché le sbandate in transizione subite dagli altoatesini si sono riproposte contro Carrarese, Reggiana e Juve Stabia dopo l’apparente miglioramento mostrato con lo Spezia alla seconda giornata. Col senno di poi si può dire che quell’impressione di progresso sia stata agevolata dalla situazione dei liguri, ora ultimi della classe e unici insieme al Catanzaro a non aver ancora vinto una partita. Ai pochi rischi corsi contro la Sampdoria è seguita la prova di Monza, con due gol “regalati” nell’area piccola: altra dimostrazione di una fragilità che fa il paio con la mancanza di un po’ di sana cattiveria agonistica e forse anche con le necessità di lavorare di più sulle situazioni negli ultimi 16 metri, indipendentemente da chi giochi sul centrosinistra (fra Verrengia e Di Chiara)
Di conseguenza sarà interessante capire sul campo, in uno scontro diretto com’è quello di domenica sera contro il Padova, come l’allenatore voglia intervenire. È presto per dire se sarà confermata la difesa a tre o si tornerà alla linea a quattro, tuttavia si può intuire il motivo per cui Aquilani abbia continuato a insistere, fino all’ultima uscita, su un modulo con Cassandro e Favasuli esterni a tutta fascia: danno più equilibrio e aiutano in più i tre centrali difensivi anche se non garantiscono la stessa qualità in fase offensiva che si potrebbe ricavare da Nuamah (però il “quinto” non è il suo ruolo) o D’Alessandro, ma pure da Oudin e Liberali nel caso in cui si volesse optare per una soluzione con tre trequartisti.
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