Salute

Nessuna vergogna sul racconto di Gaza. Perché si può parlare del 7 ottobre e non dell’orrore contro i palestinesi?

Il direttore de La Stampa, Andrea Malaguti, è intervenuto per difendere la categoria ma anche riportare un equilibrio tra le parti. “Mi ero preparato un discorso equilibrato, ma a un certo punto non ce l’ho fatta. Mi sembra ci debba essere un limite all’autodafé. Quando sento parlare del mainstream, che ci dobbiamo vergognare (riferendosi alle parole dei colleghi, ndr) è una cosa che mi sconvolge. Io non mi vergogno affatto, io sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto“.

Malaguti, premettendo che “Hamas è una banda di tagliagole” e quindi condannando i fatti del 7 ottobre 2023, sottolinea: “Mi piacerebbe definire qual è la linea dei valori occidentali. Perché essendoci stato un orrore enorme di Hamas non è corretto e possibile parlare dell’orrore che è successo nei mesi successivi?”. Il direttore racconta quindi delle visite ai ragazzini palestinesi portati in Italia dal governo per permettere loro delle cure. E prosegue: “Quando si parla di informazione bisognerebbe avere il coraggio di prenderla per intero, non a blocchi, a pezzi. E poi bisognerebbe dare per dato che anche le altre persone sono esseri umani e hanno rispetto degli altri e della vita”.

“Nella mia testa il primo valore occidentale è che se ci sono due persone un assassino e un innocente il mio problema è salvare l’innocente. Quando la gente si incazza e dice ‘sotto quell’ospedale c’era Hamas’, la risposta che viene da dire è ‘ma se in questa sala oggi ci fosse qualcuno di Hamas, io per esempio, e ci facessero fuori tutti, vi sembrerebbe una cosa normale? Accettabile?’”.

Il direttore è stato anche ringraziato dall’Ordine dei giornalisti che in un comunicato ufficiale ha parlato di accuse “infamanti e ingiustificabili” diffuse da altri interventi durante il convegno. “La libertà di stampa non è uno slogan: vale per la Russia, per la Cina, per gli USA per Israele e per i paesi europei. Che l’informazione indipendente non piaccia non è una novità. I toni volgari e infamanti invece sì”, si legge nella nota diffusa dall’Ordine.


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