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VAS è il film che spinge la Gen Z a chiedersi: «Quanto fa male il mondo fuori?»: il trailer in anteprima

Ma perché questo film parla così forte della e alla Gen Z? Perché VAS intercetta un malessere autentico e in crescita. Secondo dati recenti dell’ANSA (gennaio 2025), in tre anni sono triplicati i giovani isolati: oggi sono 2 su 5. La sovraesposizione ai social media, da luogo di espressione a gabbia emotiva, è diventata un acceleratore di ansia, solitudine, sentimenti di inadeguatezza e ideazioni suicidarie, come dimostrano i dati del gruppo MUSA del CNR-IRPPS e dell’ISTAT.

E in un mondo là fuori che spesso non offre risposte, non garantisce chiarezza, un presente stabile e tantomeno un futuro, è facile rifugiarsi in una realtà digitale che consola, ma imprigiona. I social non sono il male assoluto, ma rischiano di diventare l’unico spazio in cui sentirsi al sicuro, anche a costo di smettere di vivere davvero.

VAS è il film che spinge la Gen Z a chiedersi «Quanto fa male il mondo fuori» il trailer in anteprima

«Il dolore come illuminazione, questo è VAS», parola del regista. Non è solo un film, è uno specchio. Lo è soprattutto per una generazione che troppo spesso si sente vista, ma non capita. La domanda che emerge dal trailer «Quanto fa male il mondo fuori?» è accompagnata dalle iconiche faccine della Visual Analogue Scale. Quella stessa scala usata in medicina per misurare il dolore fisico, qui viene trasformata in una metafora potente del nostro dolore emotivo, che va da «nessun dolore» a «dolore insopportabile». E voi, come rispondereste?


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