Calabria

Catanzaro, è un déjà vu ma la sosta può far bene

Una squadra che non riesce a svoltare dopo sette giornate di campionato e arriva alla seconda pausa per le nazionali con problemi evidenti e malumori diffusi fra i tifosi. È il Catanzaro di questa stagione, praticamente la stessa cosa di quella precedente. È chiaro non manchino le differenze, a partire dal numero di gare giocate (adesso sono una in meno), ma è uguale la sostanza. Ed è identica pure la speranza – del club e di tutto l’ambiente – che la pausa aiuti a trovare la sintesi più giusta per tirarsi fuori dai guai. Oggi come un anno fa.
I numeri, intanto, come al solito non mentono: quelli ottenuti da Aquilani sono freschi freschi, sei punti in sette giornate grazie ai sei pareggi di fila che sono un record storico per il Catanzaro a inizio stagione, più la sconfitta che ha finito di alzare il freno a mano, quella di Monza sabato scorso. In questo mese e mezzo di torneo il tecnico romano ha cercato un’identità collettiva senza ancora trovarla, almeno non in maniera integrale. Non era facile, visto che il gruppo è stato rinnovato per metà e lui stesso è una new entry. Insomma, si sapeva avesse bisogno di tempo, anche se ci si aspettava qualcosa in più, soprattutto in termini di risultati, perché l’organico sembra più completo.
Era dal 1962-63 che il Catanzaro non aveva una striscia iniziale senza vittorie così lunga in B: allora spezzò l’incantesimo al nono turno contro il Cosenza, ora è quasi obbligato a farlo una giornata in anticipo, contro il Padova, domenica 19 ottobre.
È solo un caso, però proprio un anno fa – il 18 ottobre – i giallorossi di Caserta ripartono dopo la seconda sosta dalla trasferta di Bari: il bottino fin lì è di otto punti in otto turni (il campionato era cominciato una settimana prima), ugualmente insoddisfacente al di là dell’unico successo sulla Carrarese, ottenuto da una squadra che in certe partite gioca molto male ed evidentemente non ha un’identità. Al “San Nicola” finisce 1-1 e il Catanzaro ritrova la vittoria solo nove giorni dopo (con il Sudtirol), ma quella in Puglia, per spirito, gioco e assetto tattico è la svolta auspicata, come diranno dopo tutti i protagonisti.
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