Società

Carlo Cracco, il primo degli chef televisivi italiani compie 60 anni: la sua carriera in sei tappe

Carlo Cracco non è «mai stato meglio». Oggi, nel giorno del suo sessantesimo compleanno, risponde così a chi gli chiede come sta vivendo un traguardo significativo. Sta bene, lavora con soddisfazione (sia a Milano che altrove, con qualche scappata al mare in Sardegna), si circonda della sua famiglia e dei suoi affetti. A brevissimo uscirà in libreria con un nuovo libro (Cracco in Galleria, Toiletpaper edizioni) e nel frattempo festeggia, ma non troppo, lui che è noto per la sua compostezza e per il suo aplomb, lo stesso che gli ha consentito di essere il primo di molti chef televisivi di successo, almeno qui in Italia.

Ma, quando si parla della sua carriera, spesso, offuscati dalla sua figura mediatica, ci si dimentica di quanto sia stato importante il suo ruolo nella grande cucina contemporanea italiana. Con il suo lavoro sull’uovo, e sui piatti ripescati e ripensati dalla tradizione milanese, che restano lì, al di là delle polemiche che di tanto in tanto saltano fuori su di lui, che sono il prezzo da pagare per essere così celebre, e forse non così troppo simpatico, nel senso etimologico del termine. Pochi sorrisi, tanti momenti in cui ha dovuto (voluto?) interpretare il ruolo di «cattivo», gli sono rimasti addosso, a lui che cattivo non è, magari giusto un po’ timido e molto sicuro di sé, dice chiunque abbia avuto modo di conoscerlo.

Una carriera di grande rispetto, quella di Carlo Cracco, che oggi proviamo a ripercorrere, in occasione dei suoi sessant’anni, dividendola in sei momenti clou.

1. Gli esordi da Gualtiero Marchesi

Carlo Cracco nasce a a Creazzo, nel Vicentino, l’8 ottobre del 1965. Di famiglia umile, si dedica da subito alla cucina e, poco più che ventenne, arriva a lavorare da Gualtiero Marchesi, la leggenda della cucina italiana, il primo a prendere tre stelle Michelin in Italia e a lasciare il segno come nessun altro prima, e dopo. Come ci riesce, un giovanissimo Carlo Cracco, a farsi notare da Sua Maestà Gualtiero Marchesi? Con una giusta dose di sfrontatezza, e di curiosità. Va a cena da lui, racconta, stregato dopo una sua lezione. Ci va accompagnato da sua sorella Annalisa perché lui, giovane neo diplomato, i soldi per permettersi quella cena non ce li ha. E lì si innamora della sua cucina. Gli scrive, gli riscrive, a quello chef così irraggiungibile, perché è in via Bonvesin de la Riva che Cracco vuole andare a lavorare. E alla fine, il 2 febbraio 1986, Gualtiero Marchesi lo prende per uno stage. Lì inizia la sua carriera.

Il passaggio all’Enoteca Pinchiorri

Prima di diventare Carlo Cracco, lo chef vicentino fa un altro importante passaggio in una delle cucine di fine dining più importanti e storiche d’Italia. Sono gli anni Novanta, e Cracco, dopo un passaggio in Francia per imparare le tecniche di Alain Ducasse, torna in Italia per prendere in mano la cucina del celeberrimo ristorante fiorentino, guidato da Annie Féolde. Ed è anche grazie al contributo di Cracco se nel 1993 l’Enoteca Pinchiorri prende la sua terza stella Michelin, entrando nella storia dell’alta ristorazione italiana.

2. Le Clivie a Piobesi d’Alba

Dopo l’Enoteca Pinchiorri, Gualtiero Marchesi richiama Carlo Cracco, per seguirlo al ristorante L’Albereta di Erbusco. Poi, per un Carlo Cracco ormai maturo, arriva il momento di mettersi in proprio, e di aprire il suo ristorante. È il 1996, e Cracco apre le porte de Le Clivie, a Piobesi d’Alba, dove nel giro di un anno Carlo Cracco prende la sua prima stella Michelin «in solitaria».

3. Cracco-Peck

Arrivano gli anni Duemila, quelli che portano Carlo Cracco a Milano: a chiamarlo nella Capitale italiana del business e della moda è la famiglia Stoppani, proprietaria della celeberrima gastronomia Peck. Il progetto che ha in mente, è che costruisce insieme allo chef, è il ristorante Cracco-Peck, che diventa poi nel 2007 Cracco – Ristorante in Milano, quando lo chef ne rileva la gestione. Lì, in via Victor Hugo, Carlo Cracco guadagna due stelle Michelin in due anni e diventa popolare non solo tra il pubblico degli appassionati di fine dining, ma anche tra il grande pubblico che lo segue in tv. Ed è proprio al successo televisivo che alcuni maligni attribuiscono, nel 2018, la perdita di una delle due stelle: la storia, che oggi contuna a premiare Antonino Cannavacciuolo nonostante gli enormi impegni in tv, non darà per nulla ragione a queste dicerie.

4. Masterchef

Carlo Cracco il primo degli chef televisivi italiani compie 60 anni la sua carriera in sei tappe

Stefania D’Alessandro/Getty Images

Di certo, Masterchef è un momento decisivo nella carriera di Carlo Cracco. Lui, che sarà giudice dalla prima alla sesta edizione (2011-2016) è il primo in Italia a costruire una nuova figura, quella dello chef televisivo, riconosciuto ovunque per la strada ed elevato al ruolo di sex symbol. Poi, come ama raccontare, lo chef proverà ad andare controcorrente, tendando altre strade, diverse e per lui più interessanti, come l’ottimo Dinner Club.

5. Cracco in Galleria

La nuova vita professionale di Carlo Cracco, quella che lo porta fino a oggi, è Cracco in Galleria, il centralissimo ristorante milanese che porta il suo nome. Un luogo certamente di lusso, simbolo di una cucina che lui porta avanti da quarant’anni, e che sembra ancora guardare al futuro. Tanto che, se qualcuno gli chiede se il fine dining abbia ancora senso, se attiri ancora le persone come una volta, lui risponde stupito: «certo che sì».

Buon compleanno, chef.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »