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La scienziata Annamaria Colao sui farmaci GLP-1 contro l’obesità: «Questi derivati ormonali funzionano perfettamente, risolvono in molti casi il problema a monte della presa di peso. Perché poi dovremmo interromperli?»

A detta dell’endocrinologa, si tratta dello stesso principio applicato per una persona che soffre di tiroidite o ipotiroidismo: «In questi casi, si prescrive l’ormone tiroideo. Allora perché ci dovremmo porre domande del tipo: “Servono per tutta la vita?”. Se un diabetico ha carenza di questo tipo di ormone e si risolve il suo problema con un farmaco, a un certo punto lo si toglie? Se a un ipotiroideo si prescrive una terapia per la tiroide la si interrompe improvvisamente perché. è diventato ”normale”? Da endocrinologa conosco il sistema ormonale e questi derivati ormonali funzionano perfettamente e risolvono in molti casi il problema che era a monte della presa di peso: perché dovremmo poi interromperli?».

Il vero problema, ribadisce la scienziata, non è l’uso di questi farmaci, ma l’obesità in sé: «È l’obesità che crea problemi gravi al fegato, al rene, al cuore, al cervello. Questi trattamenti sono derivati ormonali che funzionano come l’ormone».

Sappiamo che, nello specifico, gli agonisti del GLP-1 controllano il rilascio dell’insulina: «Le persone che iniziano ad assumerli, quando mangiano anche una piccola quota di carboidrati, rilasciano meno insulina e questo significa che non vanno in ipoglicemia e mantengono di più il senso della sazietà, considerato anche che lo stomaco si svuota meno velocemente», precisa Colao. «Inoltre – un effetto che io trovo determinante – entrano nel circuito della fame edonica. Molti pazienti sono convinti, cioè, di non potersi astenere dal mangiare carboidrati e zuccheri, ma questi derivati ormonali tolgono proprio tale dipendenza, rendono finalmente liberi dalla decisione di mangiare o non mangiare una cosa, così come avviene nelle persone normopeso. Pertanto, il paziente che usa questi farmaci dopo un po’ esce finalmente da quella situazione in cui dice: “Se mi togli il pane, se mi togli la pizza, se mi togli il dolce mi sento male”. Questa, in definitiva, è la vera differenza».

Il successo di questi farmaci sta aprendo la strada allo studio di nuove molecole ancora più efficaci e su più livelli, come i doppi agonisti GLP-1/GIP – che hanno la capacità di stimolare la secrezione di insulina dopo un pasto ricco di zuccheri e grassi – e persino di tripli agonisti in via di sperimentazione, che puntano a potenziare ancora di più l’efficacia sul controllo del peso e del metabolismo. «Nei prossimi anni avremo soluzioni ancora più efficaci, in grado di legare più recettori», conclude Colao: «un unico farmaco sarà in grado di svolgere più funzioni ormonali contemporaneamente».


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