Italia autentica, lontano dal turismo di massa: le nuove preferenze di viaggio degli italiani
Scoperta, gastronomia e natura. Ma anche cultura e sostenibilità: sono queste le parole chiave che meglio definiscono le preferenze di viaggio degli italiani nel Bel Paese, sempre più orientati verso esperienze autentiche e a bassa pressione turistica. A scattare la fotografia è lo studio dell’Osservatorio del turismo dei territori, condotto da AstraRicerche per Feries. Lanciato in occasione della Giornata Internazionale del Turismo con il tema “Turismo e trasformazione sostenibile”, mira a promuovere un approccio turistico che rispetti l’ambiente, le culture locali e le comunità.
Nell’ultimo anno tre italiani su dieci hanno avuto un’esperienza di viaggio che classificano come “turismo dei territori”: sono soprattutto 25-35enni e 35-44enni, con trasversalità per area geografica, e valori più elevati per chi vive in città grandi o medie-gradi, per i quali è un turismo che svolge il ruolo di ‘fuga dalla città’. La tendenza è in aumento se si parla di intenzioni di viaggio. Otto italiani su dieci ritengono che il turismo dei territori sia ideale per conoscere davvero l’Italia e le sue numerose bellezze e oltre il 78% è concorde nell’affermare che valorizza aree, territori e centri fuori dalle rotte turistiche più battute. Secondo gli intervistati non si tratta di un turismo “buono” solo per il turista: lo è anche per il territorio con un impatto positivo sull’economia locale (76%), rispettoso delle comunità (74%), socialmente responsabile perché crea o consente di mantenere posti di lavoro e anche più sostenibile a livello ambientale. In questo quadro il concetto di turismo dei territori non solo risulta chiaro ma emerge come interessante per le proprie vacanze future: per quasi tre su quattro sarà il prossimo viaggio.
La parola-chiave che meglio definisce questo approccio al viaggio, spontaneamente indicata dagli intervistati, è proprio “scoperta”. Questo tipo di turismo invita a un’immersione profonda, permettendo di conoscere e “vivere” luoghi meno noti, ben lontani dai circuiti del turismo di massa. L’obiettivo non è rinunciare a nulla, anzi: si tratta di un viaggio arricchito da un contatto autentico con la cultura, la storia e l’arte del luogo. Allo stesso tempo, offre esperienze enogastronomiche genuine e la possibilità di riconnettersi con la natura in un modo più intimo e rispettoso. È, in sostanza, una ricerca dell’autenticità che trasforma ogni viaggio in un’avventura personale e ricca di significato. Per questo non è un turismo associato solo a regioni storicamente ‘forti’. Alla richiesta di indicare fino a quattro regioni che prenderebbero in considerazione per una vacanza ‘dei territori’, gli italiani confermano in testa al ranking la Toscana, seguita dal Trentino-Alto Adige e poi dalla Puglia, dalla Sicilia e dalla Sardegna. Notevoli i risultati di Umbria, Abruzzo, Emilia-Romagna e Campania.
Il turismo dei territori, inoltre, può favorire la destagionalizzazione dei flussi: la stagione migliore – secondo gli intervistati – è la primavera (oltre il 66%) seguita dall’estate (54%) e dall’autunno (51%); solo l’inverno (21%) è staccato dalle altre stagioni: segno che per almeno 8-9 mesi all’anno è un turismo nelle corde degli italiani. La vacanza ideale privilegia soggiorni di media durata, dai 4 ai 7 giorni, arco temporale sufficiente per lasciare ampio spazio alla scoperta del territorio, ricercando luoghi nascosti, esperienze nuove, benessere e relax a contatto con la natura incontaminata. Per lo stesso motivo, le strutture ideali per gli italiani sono appartamenti o villette con gestione autonoma (31%) o agriturismi (22%).
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