Piemonte

Addio a Fausto Amodei, voce critica della canzone italiana e fondatore dei Cantacronache


Si è spento oggi, all’età di 91 anni, Fausto Amodei: cantautore, architetto, protagonista della canzone politica italiana e figura centrale del movimento folk impegnato.

Vita, formazione e impegno

Nato a Torino il 18 giugno 1934, Amodei si formò studiando al liceo Alfieri e poi laureandosi in Architettura al Politecnico della sua città, mentre coltivava parallelamente la passione per la musica.

Nel 1958 fu tra i fondatori del gruppo Cantacronache, accanto a Michele Straniero, Giorgio De Maria, Margot, Emilio Jona e Sergio Liberovici. L’intento era chiaro: rinnovare la canzone d’impegno, allontanandola dalle melodie commerciali e dai temi sentimentali puri, per affrontare questioni sociali, politiche e di attualità.

Amodei non si limitò alla musica. La sua militanza politica lo portò ad aderire a movimenti laici di sinistra e, nel 1968, a diventare deputato con il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP).

Una delle sue canzoni più note è Per i morti di Reggio Emilia, composta nel 1960 dopo gli scontri avvenuti durante le proteste contro il governo Tambroni. Il brano divenne uno dei testi simbolo della canzone politica italiana, molto eseguito nelle manifestazioni operaie e studentesche.

Altri lavori importanti includono canzoni come La zolfara, Il tarlo, Qualcosa da aspettare, e anche il progetto di tradurre e interpretare opere di cantautori stranieri, fra cui Georges Brassens, che ha influenzato Amodei nel suo stile ironico e satirico.

Ultimi riconoscimenti e il cordoglio

La notizia della sua morte ha suscitato grande commozione. Fonti locali come La Stampa ricordano Amodei non solo come artista, ma come punto di riferimento per la musica civile torinese.

Nel 2024 il Consiglio Comunale di Torino aveva deciso di conferire ad Amodei il sigillo civico, un riconoscimento per il contributo culturale e civico che aveva dato alla città.

Eredità

Fausto Amodei lascia una testimonianza musicale che ha saputo intrecciare arte e coscienza politica, radicata nella memoria storica eppure sempre attuale. Le sue canzoni continuano a essere ascoltate, reinterpretate e richieste nei luoghi dove la comunità civile riflette su identità, diritti, memoria e partecipazione democratica.


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