quasi 3mila euro in più. Pesano i rincari su visite mediche e materiale scolastico
ANCONA A forza di rincari, il rischio è che ogni nuovo aumento venga accettato con rassegnazione. Ma è difficile non essere preoccupati al prospetto di una spesa complessiva di quasi 3mila euro (2.981 euro) che per il prossimo trimestre settembre-novembre dovrà mettere in conto una famiglia composta da due adulti e due bimbi. La stima è dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori. Nella top 5 dei rincari: il carrello della spesa (+4,2%), i condomini (+3,3%), l’energia (+2,4%), il riscaldamento (+1,7%) e le visite mediche (+1,5%). Intanto, la spesa del mese è quella della scuola con quella dei libri in calo (-2,6%) ma si tratta di una media influenzata dalla scuola primaria perché per gli studenti che iniziano le scuole superiori di I e II grado è un salasso.
Le proiezioni
Federconsumatori stima che un ragazzo che frequenta la prima media spenderà 1.213,36 euro per i libri di testo e due dizionari 555,16 euro (con un aumento del 20,2% rispetto allo scorso anno) a cui vanno aggiunti 658,20 euro per il corredo scolastico ed i ricambi durante l’anno. Un ragazzo di prima nelle scuole superiori di II grado spenderà 1.467,10 euro. Per i libri di testo e 4 dizionari, 808,90 euro (+13% rispetto allo scorso anno) e 658,20 euro per il corredo ed i ricambi. Con i libri usati si risparmia oltre il 29%; e se si parte da zero con la dotazione digitale (pc, software base, webcam, antivirus), vanno aggiunti altri 420 euro. Una stangata a piccole dosi che si ripete ogni anno con il rischio di produrre effetti sociali rilevanti. «Perché – spiega Giancarlo Collina di Federconsumatori Marche – questo si traduce spesso in tagli ai consumi non essenziali, in rinunce che vanno a penalizzare investimenti sullo svago, il benessere in tutte le sue forme, l’acquisto di beni culturali». La crescita dei costi riguarda anche la salute: «È ciclico – sottolinea Collina – che molti appuntamenti con gli specialisti sono stati programmati dopo il rientro dalle ferie e quest’autunno si prevede un aumento delle tariffe dell’ordine dell’1,5%. Vista la tempistica per visite ed esami nel SSN – avverte – non è escluso che molti preferiscano rinunciare alle prestazioni». Poi, c’è il caro-carrello della spesa. Dai rilevamenti dell’Osservatorio emerge che peserà da solo per 1.697,50 euro sul bilancio familiare. Un +4,2% che, sottolineano gli esperti, riguarda beni primari che le famiglie non possono eliminare. Un aumento continuo che va ad erodere il potere d’acquisto fino a cambiare e modificare abitudini alimentari e ricadute sulle economie dei territori.
Le cifre
I dati Istat sul commercio al dettaglio di luglio 2025, citati dall’Adoc, l’associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, lo dimostrano. Nonostante un incremento in valore del +1,8%, il volume delle vendite resta fermo. «Le persone comprano meno ma pagano di più – commenta Francesco Fioretti di Adoc Marche – e con redditi reali sempre bassi e prezzi dei beni essenziali in aumento — specialmente i prodotti freschi — il rischio concreto è che sempre più famiglie scivolino verso la povertà». Per Fioretti si aprono due scenari: o erodere i risparmi accumulati o tagliare le spese incidendo sulla quantità e la qualità dell’alimentazione e anche della cura delle persone. Poi, sono in aumento del 3,3% le voci condominiali: «La crescita generale dei prezzi, trainata anche dall’aumento dei costi energetici, fa salire tutte le altre voci — spiega l’avvocato pesarese Floro Bisello, vicepresidente nazionale di Unioncasa — come manutenzioni, materiali e servizi. Inoltre, è previsto un aumento significativo delle polizze assicurative».