Umbria

Festival delle Corrispondenze, edizione da record con grandi nomi del panorama contemporaneo


Cala il sipario sulla 14esima edizione del Festival delle Corrispondenze, che dal 2  al 7 settembre, dopo le anteprime a Castel Rigone e Perugia, ha animato Monte del Lago di Magione con un programma intenso e coinvolgente. Il filo conduttore, “libertà e potere”, ha ispirato incontri, spettacoli e letture capaci di intrecciare letteratura, musica, giornalismo, teatro e riflessione civile. Migliaia di presenze hanno testimoniato ancora una volta la forza di un appuntamento che unisce radici e contemporaneità, nel segno della memoria di Vittoria Aganoor Pompilj e del desiderio di dialogo tra generazioni e comunità.

Monte del Lago, quindi, torna a confermarsi non solo come vetrina culturale, ma come spazio aperto dove il dialogo tra storia, società e futuro trova forma concreta. «Questa edizione del Festival delle Corrispondenze – così il sindaco Massimo Lagetti – ha confermato la capacità del nostro territorio di ospitare idee, confronti e visioni di rilievo nazionale. “Libertà e potere” è un tema che ha coinvolto pubblico e artisti, trasformando Monte del Lago in un vero e proprio laboratorio culturale di memoria e futuro, valori di oggi da trasmettere alle nuove generazioni»

«Tantissime le presenze che hanno ripagato un programma ricco, intenso, capace di intrecciare storia e attualità, politica e arte, scienza e giornalismo – le parole di Vanni Ruggeri, vicesindaco e anima del festival – Ogni incontro ha saputo intercettare le domande più urgenti del presente e il Festival dimostra ogni anno di più quanto questo tempo condiviso e fecondo sia essenziale e prezioso. Quella che si chiude è un’edizione eccezionale e memorabile: tutti gli ospiti hanno reso giustizia ad uno sforzo importante che ha catalizzato le migliori energie di Istituzioni, associazioni, soggetti privati e operatori culturali del territorio. Il nostro Festival non è una semplice kermesse letteraria, ma un autentico festival di pensiero, con l’ambizione di poter parlare a tutti e di ricostruire una piazza reale e non virtuale, una moderna agorà aperta, accessibile, sostenibile, inclusiva, gratuita. È questa la forza più autentica del Festival delle Corrispondenze: la capacità di costruire comunità attraverso la cultura, trasformando un borgo in uno spazio di incontro, riflessione, partecipazione democratica e crescita collettiva».

«La quattordicesima edizione del “Festival delle Corrispondenze” – commenta il direttore artistico Massimo Arcangeli – nel riconfermarsi una manifestazione che ha fatto del dialogo fra voci diverse, fin dall’inizio, la sua vocazione, è stata salutata da una ancor più massiccia partecipazione di pubblico rispetto agli anni precedenti. Una preziosa opportunità da cogliere per guardare oltre, fin dal 2026,  proiettando su uno scenario internazionale quello che è ormai diventato uno dei più importanti festival culturali italiani».

Quest’anno la kermesse ha superato le 10mila presenze, distribuite nei sei giorni di evento. Dopo le anteprime con Walter Veltroni e Tomaso Montanari, insignito del Premio Corrispondenze alla carriera, hanno animato Monte del Lago ospiti di alto profilo tra i quali Rick DuFer, Sergio Rizzo, Matteo Caccia, Ezio Mauro, Adrian Fartade, Sergio Rizzo, Gabriella Greison, Riccardo Iacona, Filippo Roma, Alessandro Vanoli, Maurizio Molinari, Corrado Formigli, Marcello Veneziani, Filippo Solibello, Marco Mondini, Dario Fabbri, Enrico Galiano, Aldo Schiavone, Barbara Serra, Stefano Massini, Jacopo Veneziani, Pietro Del Soldà e Stefano Mancuso.

Il Premio Uniti nell’arte, riconoscimento nato per ricordare l’unione tra i coniugi Aganoor-Pompilj, segnata da una grande intesa intellettuale, è stato consegnato alla coppia composta da Stefano Fresi, attore popolarissimo di cinema, teatro e TV, e Cristiana Polegri, musicista e doppiatrice.

Accanto agli eventi principali, il Festival ha proposto diversi talk con relatori d’eccezione, chiusi durante l’ultima giornata da un focus molto partecipato sulla drammatica situazione a Gaza, presentazioni letterarie, laboratori, passeggiate teatralizzate, spazi di lettura e attività per famiglie e bambini. Le piazze, le strade e gli spazi privati del borgo si sono animati di cittadini, turisti, studenti e curiosi, testimoniando la capacità del Festival di trasformare la cultura in un’esperienza collettiva unica.

La collaborazione tra Istituzioni, enti culturali, volontari e operatori turistici ha reso possibile una macchina organizzativa che, anno dopo anno, continua a crescere e a rafforzarsi, restituendo al borgo una visibilità nazionale e internazionale. Il bilancio complessivo è eccellente: alta affluenza, qualità delle proposte, attenzione mediatica e un ottimo impatto sul turismo culturale. La kermesse si conferma un luogo in cui il passato dialoga con il presente e dove la parola “corrispondenza” continua a declinarsi come memoria, relazione e progetto. Il lavoro per la prossima edizione è già in movimento, con l’obiettivo di proseguire su questa strada, rafforzando la vocazione del Festival come crocevia di storie, idee e incontri capaci di parlare al cuore e alla mente.

Il volume vincitore della prima sezione del Premio è Carlo Dionisotti – Alessandro Galante Garrone, “Le radici della vita. Una lunga amicizia attraverso la corrispondenza 1941-1997” a cura di Gian Paolo Romagnani (Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2024). Il premio è stato assegnato dalla giuria composta da Maurizio Tarantino (presidente onorario), Adriana Chemello (presidente Università degli Studi di Padova), Isabella Nardi (Università degli studi di Perugia), Mario Squadroni (Università degli Studi di Perugia), Massimiliano Tortora (Università degli Studi di Torino), Fabrizio Scrivano (Università degli Studi di Perugia) con la seguente motivazione: «Il lavoro di Romagnani ricostruisce «un’amicizia lunga settant’anni» tra due intellettuali che hanno lasciato una forte impronta nella storia letteraria e civile del Novecento italiano, entrambi saldamente ancorati ai valori di giustizia e libertà. Il corpus della corrispondenza tra Carlo Dionisotti e Alessandro Galante Garrone è costituito da 77 documenti (40 sono le lettere scritte da Galante Garrone e 37 quelle di Dionisotti); l’archivio di Galante Garrone è conservato presso il Centro studi Piero Gobetti di Torino ma le lettere di lui a Dionisotti sono ancora in possesso della figlia Giovanna. L’arco cronologico del carteggio copre una cinquantina d’anni (1941-1997), anche se la maggior parte delle missive è successiva al 1964.

Ma la peculiarità del lavoro di Gian Paolo Romagnani, la sua originalità, consiste nel non proporsi come un “carteggio” tradizionale, che allinea una sequenza cronologica di lettere tra due o più corrispondenti. Quella che Romagnani ha ricostruito con acribia e intelligenza è una biografia epistolare, seguendo rigorosi criteri filologici, e segnalando la collocazione archivistica dei documenti originali, ma concedendo spazio ad una narrazione che privilegia il «tempo intimo» della biografia, facendolo emergere dalla scrittura epistolare che qui si propone come la scrittura del sé».

Premiato per la seconda sezione, riservata a componimenti inediti sotto forma di lettera, Fabiano Pirozzi con la lettera “Sasso”, seconda classificata Lorena Battistoni con la lettera “Buono come il pane”, terzo classificato Fabrizio  Pitton con la lettera “Atieh”.
Giuria della sezione adulti:  Mino Lorusso (presidente, giornalista), Marilina Giaquinta (scrittrice), Viviana Picchiarelli (scrittrice), Fabio Versiglioni (Futura edizioni), Giuliana Zagra (bibliotecaria), Elena Zuccaccia (Studio editoriale Settepiani).

Premiata per la sezione speciale giovani Benedetta Capanni con la lettera “Sorridi”, seconda classificata Beatrice Ricci con la lettera “Lettera al nonno”, terza classificata Erinayo Melissa Muboh con la lettera “Cara amica mia ti scrivo”. Giuria sezione giovani: Fabiana Mercantini (docente), Federica Volpi (Sistema Museo), Stefania Quaglia (ufficio cultura Comune di Magione).

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