Morte Ettore Giordano, dopo 3 anni la Procura di Cosenza riapre il caso
Archiviato come suicidio il caso sulla morte di Ettore Giordano ma a distanza di 3 anni la Procura riapre il caso. La famiglia non aveva mai creduto al suicidio
COSENZA – È il 9 giugno del 2022 quando il corpo senza vita di Ettore Giordano, insegnante di 42 anni, viene rinvenuto nell’appartamento della compagna a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, legato per il collo a una prolunga elettrica posizionata in cima a una finestra. Ieri, a distanza di circa tre anni da quella morte, il caso – allora archiviato come suicidio – è riaperto dalla Procura di Cosenza dopo l’assenso del gip Letizia Benigno allo svolgimento di ulteriori indagini sollecitate dai familiari della vittima per il tramite degli avvocati Guido Siciliano ed Emilio Greco. La nuova pista seguita è quella dell’omicidio volontario.
CHI ERA ETTORE GIORDANO E I PERCHE’ DELLA SUA MORTE
I genitori della vittima, infatti, non hanno mai creduto alla tesi del suicidio: Ettore era un ragazzo apparentemente tranquillo, conduceva una vita normale e a loro dire non avrebbe avuto alcun motivo per compiere un gesto estremo. Già i primi accertamenti e l’autopsia svolti subito dopo i fatti avevano evidenziato una serie di incongruenze che portarono all’apertura di un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio e omissione di soccorso. Quella mattina, infatti, i carabinieri della Stazione di Montalto Uffugo intervennero sul luogo della tragedia soltanto due ore dopo, allertati dai passanti che avevano udito le urla strazianti della madre del giovane. Quest’ultima, a sua volta, avvisata a distanza di molto tempo dalla compagna del figlio, a quale aveva ritenuto di non chiamare i soccorsi. Perché? Cosa era accaduto in quelle due ore?
La domanda è rimasta tuttora senza una risposta poiché, come dicevamo, l’inchiesta portò a un nulla di fatto. Troppi, tuttavia, i dubbi che ancora aleggiano sulla scomparsa prematura di Ettore Giordano e che hanno spinto i genitori del ragazzo a rivolgersi agli avvocati Siciliano e Greco al fine di svolgere indagini difensive. I legali, coadiuvati dagli avvocati Franceschina Bufano, Mafalda Ferraro ed Edoardo Greco, dopo aver effettuato una serie di accertamenti e riscontri, hanno depositato una querela contro ignoti con l’ipotesi di reato di omicidio volontario. Due le principali anomalie riscontrate: in primis, l’assenza sulla scena del crimine di una scala o di altro ausilio che potesse consentire a Giordano di raggiungere la finestra/oblò per potervi posizionare il cavo elettrico; inoltre, la presenza sul corpo della vittima di lesioni traumatiche non riconducibili alla dinamica del suicidio.
SI RIAPRE IL CASO SULLA MORTE DI ETTORE GIORDANO: INDAGINI SPECIFICHE DA SVOLGERE
La famiglia Giordano, nel frattempo, ha interessato della vicenda il proprio consulente di parte, Luciano Garofano, generale di brigata dei carabinieri in congedo, il quale ha depositato delle note tecniche con all’interno la richiesta di svolgere specifiche ulteriori indagini. Sulla scorta di quanto prodotto, il gip del Tribunale di Cosenza ha accolto la richiesta degli avvocati Emilio Greco e Guido Siciliano, autorizzando il sostituto procuratore Marialuigia D’Andrea, titolare del fascicolo, a svolgere ulteriori indagini. La Procura vuole vederci chiaro ed ha pertanto disposto un accertamento tecnico non ripetibile per ricostruire la dinamica dei fatti.
Ettore Giordano si è davvero tolto la vita oppure è stato ucciso? Nella seconda ipotesi, da chi e perché? Ieri mattina il conferimento degli incarichi all’ingegnere Luca Chianelli e ai medici legali Berardo Cavalcanti e Vannio Vercillo e la conferma, da parte dei familiari di Giordano, del generale Garofano quale consulente di parte. I consulenti della Procura avranno 90 giorni di tempo per rispondere ai quesiti: in particolare, dovranno verificare l’effettiva possibilità, da parte dell’uomo, di realizzare autonomamente e senza ausili – ad esempio una scala -, il presunto proposito suicidiario, nonché rilevare la presenza di eventuali tracce di Dna sul cavo utilizzato.
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