Abruzzo

REGIONE ABRUZZO: AVANTI TUTTA SU COLLEGIO UNICO, OGGI SUMMIT CDX. SOSPIRI E SCOCCIA IN GIUNTA? | Notizie di cronaca

TERAMO – Vacanze definitivamente terminale, in Regione Abruzzo, anche per la conflittuale maggioranza di centrodestra di Marco Marsilio di Fratelli d’Italia: oggi alla Corte dei Tini a Villa Vomano in provincia di Teramo si ritroveranno per un summit tutti i consiglieri ed assessori, con a capo tavola il presidente che li ha convocati.

All’ordine del giorno la campagna d’autunno e le priorità programmatiche che dovranno contrassegnare l’azione di governo in questa seconda fase della legislatura che terminerà a primavera 2027, con in questo autunno elezioni regionali che saranno un test importante per il governo di Giorgia Meloni con all’orizzonte le politiche del 2029

In cima alla lista dell’incontro la nuova legge elettorale, che Marsilio vuole portare a casa entro l’anno, e la riforma della governante del ciclo idrico.

Poi si parlerà anche di rimpasto di giunta, ora che è passata la norma nazionale che consente a piccole regioni come l’Abruzzo di aggiungere due nuovi assessorati rispetto agli attuali sei, con il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, di Forza Italia, che mira a sostituire Nicoletta Verì all’assessorato alla Salute, mentre alla seconda e nuova poltrona mira Marianna Scoccia di Noi moderati, che si è dovuta accontentare della “sola” postazione da vice presidente vicario del Consiglio. Il problema però è che tante altre sono le ambizioni. La partita è osservata con attenzione Roma e si intreccia anche con le future candidature alle regionali e alle politiche.

Si parlerà infine, inevitabilmente, di deficit della sanità, che quest’anno potrebbe arrivare, nella peggiore delle ipotesi, a 128 milioni di euro, nonostante le tasse aumentate, il piano di 157 milioni di euro di risparmi imposto nel triennio alle Asl, e i tagli al bilancio ordinario, da oltre 47 milioni di euro a carico di tutti i dipartimenti regionali.

Sintomo che la maggioranza non sia affatto coesa come vuole far apparire, lo conferma proprio la convocazione del summit: Marsilio non vuole scherzi, e colpi bassi in aula, tra forze politiche sempre meno compatte dopo sette logoranti anni di potere ininterrotto, soprattutto che ora le risorse economiche, a causa del buco della sanità, sono sempre di meno, e le fette della torta da spartire sempre più piccole.

La legge elettorale è un pallino di Marsilio, e prevede con una modifica della norma in vigore dal 2013, approvata dal centrodestra di Gianni Chiodi, il collegio unico regionale, con la conseguente abolizione dei quattro collegi provinciali, l’ampliamento del numero di candidati di lista che passerebbero dagli attuali 30 a 45, l’introduzione della tripla preferenza di genere con due uomini e una donna oppure due donne e un uomo, l’elezione alla carica di consigliere regionale anche di un secondo candidato presidente sconfitto.

Progetto di legge presentato da Marsilio già a ottobre 2023, ma essendo prossime le elezioni di marzo 2024, che hanno visto la sua storica riconferma, non c’erano stati i tempi per approvarla.

Dai banchi dell’opposizione, a parte il capogruppo del Patto per l’Abruzzo, Luciano D’Amico, che si è detto favorevole, sono partiti siluri, contro una riforma che “lungi dal voler eliminare il campanilismo”,  e “far si che consiglieri e assessori non siano più i sindacalisti del piccolo territorio”, come ha argomentato Marsilio, “favorirà i candidati della costa, in collegi elettorali ben più popolosi, e chi potrà economicamente permettersi costosissime campagne elettorali in tutta la regione”.

Argomenti che fanno breccia anche nel centrodestra, tra i candidati delle aree interne e meno popolose, e allora tutto si giocherà sui meccanismi di compensazione da introdurre nella norma per garantire a prescindere una rappresentanza a tutti i territori.

Per quel che riguarda poi la riforma del ciclo idrico, è stato ad inizio luglio il presidente Sospiri a confermare la sua urgenza, con la riduzione degli enti gestori dagli attuali sei a due, e con soli due sub ambiti regionali, due sole assemblee dei sindaci, il cui presidente sarà il presidente della Provincia con maggior numero di abitanti, per garantire economie di scala, una gestione meno frammentata, con tariffe uniche e governance omogenea. Su tale riforma si registra una sostanziale condivisione nella maggioranza.

Ben più scottante è invece la partita, che prima o poi andrà affrontata, dell’allargamento della giunta.

Le manovre del resto sono in atto da tempo, e da quel che si apprende, Sospiri avrebbe l’intenzione di lasciare la poltrona da presidente del Consiglio, che pure ad avvio di seconda legislatura, in prima battuta aveva fortemente voluto, soffiandola al collega di partito Roberto Santangelo, poi andato a fare l’assessore al Sociale e Cultura. Ora Sospiri mirerebbe infatti all’assessorato più pesante, ed anche più scomodo, a causa del deficit, quello alla Salute, presieduto ora da Nicoletta Verì, in quota Marsilio presidente, che resterebbe in giunta, come esterna, non essendo stata eletta, ma con altre deleghe.

Con Sospiri assessore entrerebbe in consiglio regionale, come suo surrogato, il primo dei non eletti nel collegio di Pescara, Paolo Cilli, vicesindaco di Montesilvano, che era andato su tutte le furie allorché Sospiri aveva deciso di optare per la presidenza del consiglio,

Altro neo assessore in pole è Marianna Scoccia di Noi moderati, e in caso di suo ingresso in giunta entrerebbe in consiglio come surrogato, in provincia dell’Aquila, Sergio Tedeschi, componente del cda della Saga, società regionale che gestisce l’aeroporto d’Abruzzo, e figlio dei sindaco di Cerchio Gianfranco Tedeschi. Scoccia avanza la sua candidatura anche per il buon risultato di Sulmona, dove Noi Moderati più la civica del marito Andrea Gerosolimo, è stata determinante per la vittoria del centrodestra.

Ma sempre dentro Forza Italia si mira ad ottenere un altro assessorato ancora, per Daniele D’Amario, ora sottosegretario con delega al Turismo, ed entrerebbe al suo posto per un quinto mandato il primo dei non eletti in provincia di Chieti, Mauro Febbo, uno dei grandi esclusi delle regionali del 2024.

Forza Italia avrebbe così oltre a quello  Santangelo, altri due assessorati, ma lascerebbe libere le poltrone da sottosegretario e soprattutto da presidente del consiglio regionale, la seconda per forza di cose ad appannaggio del partito dominus della maggioranza, Fratelli d’Italia, che ha già tre assessori e il presidente di Regione.

In pole position ci sarebbe in questo caso Paolo Gatti, il secondo più votato in assoluto alle regionali del 2024, dopo l’assessore al Bilancio Mario Quaglieri, sempre di Fdi, e che si è finora accontentato della sola presidenza della commissione sanità.

Ha pero alte aspettative, in Fdi, Nicola Campitelli, ex Lega, che si aspettava un maggior riconoscimento per il risultato in provincia di Chieti. E non si può certo ignorare il capogruppo Massimo Verrecchia. Come pure si può star certi che la Lega non starà a guardare e potrebbe chiedere la postazione da sottosegretario per il suo capogruppo Vincenzo D’Incecco da aggiungere alla assessorato e vicepresidenza di Emanuele Imprudente.

Come si vede, una partita incandescente da maneggiare con estrema cura, per il presidente Marsilio, che fosse per lui, lascerebbe tutto come è, fino a fine legislatura. Filippo Tronca

 

 

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