«Mio fratello Rudy salvato in extremis da due tedeschi». Fermato un americano
MASSA FERMANA Durante un viaggio in bicicletta verso la Mongolia, Rudy Di Flavio, 32 anni, originario di Massa Fermana, è stato accoltellato ed è stato operato d’urgenza in un ospedale militare in Mongolia. È ricoverato in terapia intensiva ed è fuori pericolo. L’ aggressione è avvenuta sabato pomeriggio in un ostello di Ulan Bator, capitale del paese, dove Di Flavio, massofisioterapista, era arrivato dopo aver percorso parte del suo viaggio.
Le indagini
Secondo la polizia mongola, che sta indagando sul tentato omicidio, Di Flavio, aveva appena preso possesso del suo posto letto e si era recato in bagno, quando è stato aggredito alle spalle con sette fendenti, uno dei quali avrebbe perforato l’intestino.
Per sua fortuna, due giovani di tedeschi gli hanno prestato subito soccorso immediatamente e si sono attivati per il trasporto d’urgenza in ospedale. Di Flavio è attualmente ricoverato ma non sarebbe più in pericolo di vita. L’ambasciata italiana in Mongolia ha attivato immediatamente i canali di supporto, contattando i familiari.
La sorella Desiree è partita da Massa Fermana per raggiungere Rudy e assisterlo durante la degenza. «La lama utilizzata era corta ma se non ci fossero stati i due ragazzi tedeschi probabilmente mio fratello sarebbe morto dissanguato» ha raccontato la sorella. Le autorità locali hanno avviato le indagini e, nelle ultime ore, è stato fermato un ragazzo statunitense come sospettato dell’aggressione. Al momento non si conoscono le motivazioni che hanno indotto l’aggressore a sferrare sette coltellate al massofisioterapista fermano. Rudy Di Flavio aveva intrapreso il viaggio in Mongolia nel marzo 2024. La sua idea era di conoscere diverse culture e popoli, attraversando nove stati e percorrendo circa 15 mila chilometri con circa 180 soste lungo l’itinerario. Aveva stimato una durata iniziale di sei mesi, ma aveva anche messo in conto che potevano volercene almeno diciotto.
Il percorso
Il percorso prevedeva tappe dall’Italia verso Brindisi, Grecia, Turchia, Istanbul, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan (con una tappa a Samarcanda), passaggio in Cina e, infine, arrivo in Mongolia. In passato aveva già viaggiato fino a Santiago di Compostela e al Montenegro. Di Flavio descriveva il viaggio non come una semplice successione di chilometri, «ma come una metafora della vita: incontri, promesse spezzate, salite e discese, momenti di gioia e momenti bui che insegnano a apprezzare i giorni positivi». Nonostante la ferita, resta la sua intenzione di proseguire la tradizione di percorsi di scoperta e condivisione culturale, se le condizioni di salute lo permetteranno.