l’etichetta non fa bene all’immagine dell’alcol
L’immagine evocativa di criminalità e prigione ha suscitato una forte polemica, costringendo Aldi a ritirare le bottiglie dagli scaffali.

La catena di discount Aldi riscuote molto più successo nel Regno Unito che da noi: oltremanica la multinazionale tedesca conta più di mille punti vendita che la qualificano come il quarto supermercato più popolare dietro ai colossi Marks & Spencer Food e Tesco e appena sotto il concorrente Lidl, contro i 190 presenti in Italia.
Una popolarità che purtroppo agisce a doppio taglio, dando particolare risalto alle polemiche: è il caso della controversia intorno a una bottiglia di vino, il “Reprobates Sparkling Wine”, traducibile più o meno come “Lo spumante dei delinquenti”, che secondo alcuni rappresentava una vera e propria apologia di reato, portando al suo ritiro dagli scaffali.
Vino criminale?
Il “Reprobates Sparkling Wine” di Aldi è stato rimosso dalla vendita a seguito delle accuse di un’autorità di regolamentazione sugli alcolici, che ha ritenuto il suo branding associato a comportamenti criminali: l’etichetta del vino infatti presentava l’immagine di “un uomo che teneva una lavagnetta, come per una foto segnaletica della polizia”, con il nome del prodotto scritto sopra.
Sul collare della bottiglia sono rappresentati inoltre dei graffi a mo’ di tacche, che evocano “il cliché di detenuti che contano i giorni incidendo segni sui muri delle celle”, ulteriore dettaglio che ha portato il Comitato Indipendente per i Reclami del Portman Group, l’organismo di regolamentazione, ad affermare che il branding “connotava un grave comportamento criminale meritevole di una pena detentiva” e che ciò “violava le norme che associano l’alcol a comportamenti criminali”. La denuncia è stata presentata da Zenith Global Commercial durante un’indagine sul mercato del Regno Unito.
Non è il primo caso in cui prodotti con una simile iconografia si affacciano sugli scaffali, ma è il primo in cui si arriva al ritiro: una precedente altra denuncia contro il simile “Reprobates California Red Wine” è stata infatti archiviata.
Sebbene anche qui si trattasse di potenziale promozione o esaltazione di attività illegali, l’etichetta del vino rosso, che mostrava “un cane con una felpa”, è stata descritta come “dark e provocatoria” ma non è stata ritenuta avere “un’associazione significativa con comportamenti antisociali, aggressivi o illegali”, e il nome stesso “Reprobates” è stato scagionato da accuse di violazione del codice.
Rachel Childs, presidente del Comitato, ha spiegato la distinzione tra i due prodotti, affermando: “abbiamo esaminato entrambi questi prodotti nel loro complesso per decidere se l’impressione generale fosse in violazione del codice”, aggiungendo che “le decisioni in entrambi i casi dimostrano come alcune caratteristiche siano accettabili da sole ma possano diventare problematiche se combinate con altri elementi di design”.
Un portavoce di Aldi ha commentato la questione, dichiarando: “in qualità di rivenditore responsabile, prendiamo molto sul serio le questioni relative alla vendita di alcolici e facciamo del nostro meglio per garantire che tutti i nostri vini siano conformi alle normative pertinenti”.
Il “Reprobates Sparkling Wine” è un vino prodotto in Australia, dalla Kooliburra Winery, e nella sua breve vita sugli scaffali non ha suscitato grandi entusiasmi: una delle recensioni reperibili online descrive un “aroma di zucchero bruciato” e “bollicine appena percepibili, senza personalità”: insomma, un prodotto abbastanza deludente per un design così provatorio.
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