Economia

Settimana in rosso per le Borse europee, Milano perde il 2% con i riflettori su Mps-Mediobanca

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Bilancio negativo per Le Borse europee nella prima settimana di settembre, contraddistinta da una ‘fuga’ dal rischio tra l’incertezza politica, fiscale e commerciale in Europa e negli Stati Uniti che ha anche messo sotto pressione i titoli di Stato. Ne hanno beneficiato i beni rifugio, a partire dall’oro che segna una corsa al rialzo del 3,5% toccando nuovi massimi storici (a quasi 3.600 dollari l’oncia). In questo scenario, Piazza Affari chiude l’ultima ottava (1-5 settembre) in rosso (-2%), come Francoforte (-1,9%), Madrid (-1,5%) e Parigi (-1,1%), dove sale l’attesa per il voto di fiducia al governo Bayrou. Sull’azionario milanese ha dominato la sfida tra Mps (maglia nera a -7,9%) e Mediobanca (-6,8%) dopo il rilancio dell’offerta di Rocca Salimbeni su Piazzetta Cuccia che si concluderà lunedì prossimo. La maglia rosa va a Tim che risale la china dopo il tonfo della settimana precedente, beneficiando dell’aumento della partecipazione di Blackrock (al 5,1%) . Settimana da dimenticare per Moncler (-7%) e Campari (-6,9%). Sul fronte energetico, brusco calo del petrolio (-4,6% il Brent e -4,7% il Wti) in attesa del vertice Opec+ di questo weekend.

Nella seduta del 5 settembre pesa trend lavoro Usa

Chiudono in “rosso” le principali Borse europee nonostante i dati sul mercato del lavoro americano spingano verso un taglio dei tassi della Fed già nella prossima riunione (in calendario il prossimo 17 settembre). A pesare sui listini del Vecchio Continente nel finale di seduta, in scia a Wall Street, sono i timori – di segno opposto – per lo stato di salute dell’economia statunitense, proprio alla luce della debolezza dei dati macro Usa. Questo mentre gli investitori guardano sul fronte geopolitico agli sviluppi della situazione in Ucraina e Medioriente. A pesare, c’è anche il deciso calo dei prezzi del petrolio, in vista della riunione dell’Opec+, mentre, continua la corsa dell’oro che ha toccato nuovi massimi, avvicinandosi ai 3.560 dollari l’oncia. Finale in territorio negativo quindi per gli indici europei, da Milano (FTSE MIB), ai minimi da quasi un mese, a Parigi (CAC 40), passando per Francoforte (DAX 30), Amsterdam (AEX) e Madrid (IBEX 35).

Wall Street chiude in calo, Dj -0,48%, Nasdaq -0,03%

Wall Street chiude negativa. Il Dow Jones lascia lo 0,48% a 45.400, 86 punti, il Nasdaq cede lo 0,03% a 21.700,39 punti e lo S500 perde lo 0,32% a 6.481,50 punti.

Oggi le preoccupazioni per il mercato del lavoro pesano ora più dell’ottimismo su un prossimo taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve. A incidere, è un debole rapporto sull’occupazione: ad agosto, sono stati creati 22mila posti di lavoro (escluso il settore agricolo) rispetto al mese precedente, mentre gli analisti attendevano un aumento di 75mila posti. Il tasso di disoccupazione è salito dal 4,2% al 4,3%, in linea con le attese, ma ai massimi dalla fine del 2021. Ieri, il rapporto Adp sull’occupazione nel settore privato aveva già mostrato il rallentamento del settore.

Le Borse oggi, 5 settembre 2025

A Piazza Affari vanno ko oil e banche. Corre St

Perdono quota a fine seduta molti titoli del Ftse Mib, in particolare petroliferi e banche. A frenare è fin dalle prime battute anche il lusso con Ferrari e Moncler tra le peggiori dell’indice milanese. Deboli Banca Mps e Mediobanca dopo che l’Opas di Rocca Salimbeni su Piazzetta Cuccia ha superato il 40% ma le vendite hanno penalizzato tutti gli istituti, inclusi Banco Bpm e Unicredit. Sul fronte opposto si salva Stmicroelectronics con le prospettive positive dell’AI nel 2026 tracciate dal management di Broadcom in occasione della pubblicazione dei dati e dell’outlook alla vigilia. Inoltre, gli analisti di Citi vedono un recupero per il settore dei semiconduttori. Bene anche Stellantis che, insieme all’automotive Ue, sta beneficiando dei rialzi delle case giapponesi. Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per l’attuazione dell’accordo commerciale Washington-Tokyo, che prevede una riduzione dei dazi doganali, in particolare sul settore automobilistico. Il netto calo del petrolio ha pesato invece su tutt i titoli del comparto oil, da Saipem a Tenaris passando per Eni.


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