Florian T M Zeisig – A New Life: Dalla trance alla quiete: la colonna sonora per rinascere :: Le Recensioni di OndaRock
A distanza di solo un anno dall’ottimo “Planet Inc”, torna un autentico navigatore dei cunicoli ambient. Quella di Zeisig è stata finora un’epopea glitch-dub vicina ai lavori di Pontiac Streator, Uon e Mu Tate; una tessitura da soundscape del futuro che qui viene ribaltata in senso più tradizionalista, per ancorarla ai canoni del genere. Se dischi come “Coatcheck” hanno visto il nostro cimentarsi in turbinanti droni acquatici, qui l’excursus non è quello del fervore bio-tecnologico, ma piuttosto dell’ambient cameristica e spiccatamente new age: ricordando (anche se solo in parte) l’opera di Hiroshi Yoshimura, il cambio di rotta si fa autentico balsamo per la mente, un varco per fuggire dalle proprie inquietudini e dedicarsi alla contemplazione più profonda.
Il lotto si compone di elementi tipici di quella musica che intende sondare l’inconscio e pacificare i propri demoni: lunghi accordi sommessi, il respiro delle onde che si infrangono, una chitarra elettrica appena vibrante; ma anche il sax di Cathal Berkeley, le cui note dilatate si intrecciano con la trama gentile dei pad e i tocchi d’arpa di Roísín Berkeley (“Eternal Shore”). Di futurismo, qui, rimane poco: meno Shinetiac e più Stars of the Lid, anche se in veste di rinnovati guru ancestrali. “A New Life” si pone come arte sospesa nel tempo, più devota all’esplorazione del sé che alla definizione del rapporto dell’uomo con il paesaggio circostante.
Il richiamo al cliché si intravede, ma non dura. “Diddy’s Lament” e “Die Große Natur” si riversano su isterie sassofonistiche riverberate e poste in secondo piano: una scelta acuta, capace di non aderire al canone del genere, senza che tuttavia venga incrinata la trance meditativa. Immerso tra la magniloquenza di Steve Roach e la luminosità di Jefre-Cantu Ledesma, l’album trova il suo baricentro proprio nel fiato di Berkeley, suonato come spiritual jazz evanescente da uscita ECM Records, forse il vero marchio di fabbrica dell’opera. Un punto fermo per questa traiettoria intrapresa dall’artista tedesco, una svolta curiosa dopo anni di annaspante ambient-glitch. Che sia il suo nuovo diktat, lo scopriremo. Intanto, non resta che abbandonarsi a queste acque di quiete.
05/09/2025