Friuli Venezia Giulia

Teatro Verdi, presentata la nuova stagione. Un palcoscenico vivo

PORDENONE – Il Teatro Verdi di Pordenone rinnova e rafforza il proprio impegno nel proporre un’offerta culturale di qualità, originale e ampia, trasversale e capace di dialogare con generazioni diverse di interpreti e di spettatori. Il cartellone 2025/2026 spazia ancora tra Prosa, Musica, Lirica e Danza con un ricchissimo programma che intreccia il meglio del teatro italiano e i suoi interpreti più amati – dai grandi classici alla nuova drammaturgia – con esclusive internazionali sul versante musicale, capolavori della grande danza e proposte pensate per bambini, adolescenti e famiglie. A questo nucleo artistico portante si affiancheranno ulteriori rassegne di divulgazione culturale, iniziative mirate al mondo della scuola, senza dimenticare le ormai irrinunciabili visite guidate teatralizzate.

«Con questa nuova programmazione, il Verdi conferma la sua vocazione di palcoscenico vitale e creativo, capace di dar forma a progetti artistici e culturali unici e di respiro nazionale e internazionale», rileva il Presidente Giovanni Lessio «Siamo reduci da un’estate di grande successo, in cui il nostro Teatro ha animato ogni spazio dell’edificio, fatto vibrare il cuore del centro storico di Pordenone e portata la sua voce artistica fino alle vallate montane. Il Verdi vuole affermarsi sempre più come crocevia culturale in cui una comunità intera si ritrova: un presidio aperto dodici mesi l’anno, capace di accogliere il pubblico locale, nazionale e internazionale, con una sensibilità particolare verso le nuove generazioni. Un luogo dove tradizione e innovazione si intrecciano, generando percorsi inediti e occasioni di incontro. Con costanza e visione, nella convinzione che la cultura sia il motore di una città viva, aperta e in dialogo con il mondo, il Teatro Verdi lavora per contribuire al successo di Pordenone Capitale italiana della Cultura 2027».

L’imminente nuova programmazione 2025/2026 del Teatro Verdi di Pordenone non è solo un cartellone: è una mappa di percorsi emotivi e culturali, un’architettura da abitare, ascoltare, interpretare.

«Vogliamo restituire al pubblico uno spazio di risonanza, un’occasione di ascolto, un luogo in cui ritrovarsi dentro l’arte», spiega Alessandro Taverna, consulente per Musica e Danza, delineando il senso di un progetto che intreccia linguaggi e visioni. Sotto il richiamo evocativo di “Architetture del sentire”, ha preso forma il suo progetto di calendario che non si accontenta di offrire spettacoli di qualità, ma costruisce percorsi, ponti, tensioni drammatiche tra i generi, in un continuo dialogo tra classico e contemporaneo. Secondo Claudia Cannella, curatrice della sezione Prosa, «il cartellone 2025-26 offre un teatro ricco di contaminazioni, capace di attingere da altri generi – il cinema, il romanzo, la musica – per raccontare storie antiche e contemporanee, affrontare temi sociali e civili, interrogare la Storia passata e presente, farci riflettere su questioni che ci riguardano da vicino, come la guerra, il clima, la migrazione. Senza dimenticare i grandi classici che ancora oggi ci parlano, il divertimento intelligente e alcuni giovani artisti che vale la pena conoscere. Un prisma dalle molteplici facce per illuminare la scena del Teatro Verdi con le produzioni più attese della stagione teatrale italiana».

Alla grande Musica sono affidati anche quest’anno tanto l’avvio che la chiusura della programmazione artistica. Il cammino si apre sabato 25 ottobre con il pianista e direttore Alexander Lonquich alla guida della Münchener Kammerorchester in un dittico beethoveniano che affianca il Quarto Concerto per pianoforte – pagina di intima spiritualità e lirismo introspettivo – all’Imperatore, vertice del sinfonismo eroico. È il punto di partenza di un itinerario musicale che si interroga costantemente sull’identità e sull’altro da sé.

Il 13 novembre, l’Orchestra e il Coro Sinfonico di Milano danno vita alla monumentale Messa da Requiem di Verdi, affidata alla giovane bacchetta dell’astro nascente del podio Emmanuel Tjeknavorian. Una lettura profondamente teatrale e spirituale di un capolavoro che sfida i confini tra sacro e profano, tra rito e spettacolo. Accanto alla grande tradizione sinfonica, la programmazione esplora il crossover colto con Anna Tifu Tango Quartet (27 novembre), dove il violino sensuale e rigoroso della Tifu guida un ensemble in un omaggio a Piazzolla che è danza, poesia e slancio melodico. Il 31 gennaio, è il turno della Luzerner Sinfonieorchester con la direzione di Michael Sanderling e il celebre pianista russo Nikolai Lugansky in un programma che unisce Chopin e Čajkovskij, cantabilità romantica e dramma sinfonico. Momento speciale, il 19 marzo, sarà il Concerto che riunisce sul palco il Maestro Alessandro Taverna a tre giovani talenti (Raphaël Horrach, Vikram Francesco Sedona, Massimo Raccanelli) insieme all’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste: una celebrazione della continuità artistica tra generazioni.

Chi ama le contaminazioni potrà ascoltare il genio afro-europeo del sudafricano Abel Selaocoe (27 febbraio), che con il suo violoncello e la sua voce plasma un mondo tra polifonia antica e ritmi tribali, mentre il 1^ aprile, il funambolico Luca Sestak Trio mescola jazz, boogie e classica, reinventando Bach con ironia. A chiudere la stagione musicale, due appuntamenti prestigiosi: il 13 aprile, l’eleganza cameristica dell’Orchestra da Camera di Mantova con la raffinatezza del pianista di fama internazionale Louis Lortie in un programma che culmina nella sinfonia “Italiana” di Mendelssohn; e il 5 maggio la timbrica inimitabile dei 12 Violoncelli dei Berliner Philharmoniker, in un viaggio sonoro che attraversa Villa-Lobos, Debussy e Morricone.

Pregevoli appuntamenti anche sul fronte della DANZA e della Lirica. La danza è linguaggio dell’invisibile e Notte Morricone (11 dicembre) traduce in gesto la musica cinematografica di Ennio Morricone grazie alla visionarietà di Marcos Morau, una produzione del Centro Coreografico Nazionale Aterballetto. Il 24 aprile, l’OperaBalet Maribor propone un doppio affresco coreografico: Stabat Mater, mistico e dolente, e Carmina Burana, vitalistico e dionisiaco, entrambi firmati da Edward Clug. La Compagnia Zappalà Danza & Munedaiko presenta Brother to Brother – dall’Etna al Fuji (23 gennaio) un balletto originale e magnetico con i tamburi giapponesi Taiko.

La chiusura è affidata alla LIRICA: Le nozze di Figaro (29 maggio) e Il barbiere di Siviglia (4 giugno), nella doppia regia di un maestro assoluto come Pier Luigi Pizzi, con scene e costumi pensati come variazioni su un unico spazio. Un gesto drammaturgico che rivela la metamorfosi dei sentimenti e dei caratteri nel tempo.

Un evento speciale fuori abbonamento è fissato per martedì 14 ottobre, in collaborazione con il Comune di Pordenone, in scena Trieste 1954 di e con Simone Cristicchi, autore insieme a Simona Orlando. Una produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia diretta da Paolo Valerio e con la direzione, gli arrangiamenti e le musiche originali di Valter Sivilotti, la voce di Franca Drioli con l’Orchestra dell’Accademia Musicale Naonis di Pordenone e il Coro del Friuli Venezia Giulia. Biglietti in vendita dal 5 settembre online e in Biglietteria.

La programmazione di Prosa è segnata nel suo avvio dal potere oscuro della parola con Riccardo III (30-31 ottobre) diretto da Antonio Latella, che reinventa il classico shakespeariano come un incubo politico contemporaneo. L’attore Vinicio Marchioni, nei panni del duca deforme e spietato, incarna la sete di dominio e la solitudine del potere assoluto.
Lo spettacolo inaugura anche il nuovo percorso di accessibilità: il Verdi, infatti, aderisce al progetto Teatro No Limits del Centro Diego Fabbri di Forlì, che consente alle persone non vedenti e ipovedenti di seguire la messa in scena accompagnati da una voce narrante.

Il 20 e 21 novembre arriva in scena un vero e proprio evento di questa stagione italiana, Brokeback Mountain, versione teatrale del film I segreti di Brokeback Mountain: l’iconica voce di Malika Ayane fa da contrappunto canoro alla relazione segreta e struggente tra due cowboy nell’America rurale. Un’intensa storia d’amore resa con sensibilità dalla regia di Giancarlo Nicoletti.

Con Sherlock Holmes – Il musical (3-4-5 dicembre), la stagione si concede ad un divertissement intellettuale: Neri Marcorè veste i panni del celebre investigatore in una versione musicale che unisce ironia, ritmo e mistero. Un’occasione per divertirsi con gusto, una grande produzione, uno spettacolo ironico e “leggero” sul più celebre detective di tutti i tempi. Alberi (14 dicembre), con Giovanni Storti e Stefano Mancuso, è uno spettacolo che fonde divulgazione scientifica e comicità per farci scoprire la sorprendente vita sociale degli alberi, diretti da un maestro della regia visionaria come Arturo Brachetti: un evento speciale del Montagna Teatro Festival. Il 2026 teatrale si apre con Amadeus (16-17-18 gennaio), di Peter Shaffer, grande affresco teatrale del rapporto tra genio e mediocrità, tra ispirazione e invidia. La messinscena firmata da Francesco Frongia e Ferdinando Bruni, quest’ultimo anche protagonista in scena, con i magnifici costumi di Antonio Marras, è una raffinata esplorazione dei chiaroscuri dell’animo umano, una commedia brillante e intelligente sul rapporto tra Mozart e Salieri.

Con La gatta sul tetto che scotta (6-7-8 febbraio), Leonardo Lidi affronta il dramma famigliare di Tennessee Williams, portando in scena un’America arsa dal desiderio e dalla menzogna. Al centro, una donna che lotta per la verità in un mondo di ipocrisie, per un cast di alto livello capeggiato da Valentina Picello. A Place of Safety – Viaggio nel Mediterraneo centrale (2-3 marzo), ideato da Kepler-452, mette in scena voci reali, testimonianze, dialoghi in più lingue per raccontare le sfide delle migrazioni che attraversano il ‘nostro mare’, dell’accoglienza, dell’esilio, del naufragio e della speranza. Un teatro che scuote e ci riguarda da vicino.

Francesco (22 marzo) è un ritratto affettuoso e spirituale di San Francesco, disegnato da Aldo Cazzullo e musicato dal vivo da Angelo Branduardi. Un pellegrinaggio laico tra musica e parole guidato da due straordinari affabulatori e divulgatori tra musica e parole. Con L’assaggiatrice di Hitler (10-11 aprile), Sandro Mabellini porta in scena un racconto potente al femminile, tratto dal romanzo di Rosella Postorino. Una riflessione sulle scelte morali in tempi bui, guidata dalla magnetica presenza scenica di Silvia Gallerano e Alessia Giangiuliani. I miei stupidi intenti (29-30 aprile), dal romanzo rivelazione di Bernardo Zannoni, dà voce a una faina in un mondo di animali parlanti. Un apologo esistenziale sul dolore e la conoscenza, interpretato da un cast d’eccellenza guidato da Arianna Scommegna e Giuseppe Cederna. A chiudere la programmazione, Lisistrata (14-15 maggio) nella traduzione e l’adattamento di Emanuele Aldrovandi: una commedia antica e modernissima sulla potenza del corpo e della disobbedienza, con una Lella Costa irresistibile e una regia corale di Serena Sinigaglia che rende la risata un atto politico.

Il ciclo di Nuove Scritture attraversa quest’anno i territori del teatro civile, della poesia performativa e dell’ironia, a partire da La Sparanoia (11 novembre), in cui Niccolò Fettarappa gioca con le ansie dei quasi trentenni di oggi. Segue Vorrei una voce (9 gennaio), diario struggente e musicale di Tindaro Granata sulle note delle più celebri canzoni di Mina, nato da un laboratorio teatrale nel carcere femminile di Messina. L’angelo della Storia (23 febbraio), firmato da Sotterraneo, mette in discussione la linearità del tempo con intelligenza, ironia e gusto del paradosso. Con Miamammafailnotaio, maancheilrisotto (12 marzo), Filippo Capobianco porta sul palco un’esilarante autobiografia in forma di teatro-canzone, una divertente e commovente favola di formazione con un giovane e talentuoso autore e interprete, campione del mondo in Poetry Slam 2023. Il 21 aprile approda sul palco del Verdi la produzione friulana Salām/Shalom. Due Padri, uno spettacolo di e con Massimo Somaglino e Alessandro Lussiana dal romanzo Apeirogon di Colum McCann: un testo di feroce e toccante attualità sul conflitto tra Israele e Palestina, la testimonianza e le parole di due padri e il loro grido di orrore contro la guerra.

Lo sguardo verso il futuro passa sempre dai più piccoli e il Teatro Verdi celebra i suoi spettatori più giovani con il ciclo ANNI VERDI, proposte da gustare con tutta la famiglia, e i laboratori HAPPY KIDS: occasioni di gioco e teatro, per avvicinare le nuove generazioni alla scena. Anni Verdi presenta quattro spettacoli la domenica pomeriggio, tra teatro delle ombre, teatro d’attore, teatro musicale e teatro d’animazione. Tre, invece i laboratori di Happy Kids per bambini dai 5 ai 10 anni che animeranno altrettanti pomeriggi domenicali.

Il Teatro aggiunge un tassello ai suoi strumenti informatici con la NUOVA APP UFFICIALE “TEATRO VERDI PORDENONE” per esplorare in modo diretto la programmazione degli spettacoli, restare aggiornati sulle novità e ricevere notifiche personalizzate sui propri eventi preferiti. Queste le funzionalità principali: si può facilmente consultare l’elenco degli spettacoli con date, orari, descrizioni e cast. Inoltre, gli spettacoli sono consultabili e rintracciabili per genere grazie alle pratiche categorie. Si possono salvare le date degli spettacoli direttamente nel calendario personale del proprio smartphone e attivare le notifiche push ricevendo un avviso immediato in caso di variazioni di data o sede degli spettacoli inseriti tra i preferiti e informazioni speciali per essere sempre aggiornati.




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