tuffi vietati, quinto stop in un mese
ANCONA – Il ritornello dell’alga tossica non va più via. Dopo poco più di una settimana di tregua, l’Ostreopsis ovata è tornata a presidiare le acque del Passetto. La fase emergenziale è scattata ieri dopo i rilievi eseguiti dai tecnici dell’Arpam, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Sotto l’ascensore, i campioni prelevati hanno rilevato 836.800 cellule al litro.
La precauzione
Il sindaco Daniele Silvetti è dovuto correre subito ai ripari e, come già successo nelle scorse settimane, è scattata l’ordinanza che vieta non solo la balneazione, ma pure lo stazionamento sulla spiaggia del Passetto, onde evitare rischi per la salute. Si tratta del quinto stop in poco più di un mese. In pratica, quasi tutto agosto è stato compromesso dalla presenza dell’alga tossica. E se le premesse sono queste per settembre, lo scenario non è del tutto rassicurante. Quello che inizia oggi, tra l’altro, è anche il weekend della festa che celebra il mare. Un’occasione persa per poter andare in spiaggia e godere del sole e dei bagni settembrini.
L’altro scenario
Ma non è finita. La fase emergenziale che vieta i tuffi è scattata anche alla Scalaccia di Pietralacroce. Qui l’analisi ha rilevato la presenza di 72.000 cellule al litro. Il 27 agosto era stata attivata la fase di allerta, che non comporta alcun divieto ma viene solo consigliato ai bagnanti di non tuffarsi in acqua. Nessun problema, invece, per Portonovo. I valori sono tutti nella norma. La baia ha vissuto l’incubo dell’alga la terza settimana di agosto. Lo spauracchio è arrivato pure nelle due località più rappresentative del Conero: Numana e Sirolo. Il divieto di balneazione è scattato alla Spiaggiola e alla spiaggia Urbani. Per Sirolo si tratta del primo stop della stagione. Le sintomatologie legate al contatto con l’alga tossica sono generalmente ascrivibili a disturbi respiratori come riniti, faringiti, laringiti, bronchiti e congiuntiviti.
I rischi
Talvolta, specie nei soggetti più a rischio, l’alga può causare anche febbre, nausea, vomito e dermatiti da contatto. I problemi, solitamente, spariscono nell’arco di 48 ore. A chi pratica pesca ricreativa viene consigliato di eviscerare il pesce, pescato sul posto, prima del consumo e in generale di non mangiare molluschi, ricci di mare e granchi, prelevati nelle zone interessate dal divieto.