Società

Riforma maturità, il CNDDU: “La scuola non deve mai trasformarsi in un tribunale. Occorre garantire allo studente la possibilità di esprimere anche il proprio disagio”

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ha espresso una posizione articolata sulle modifiche annunciate dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara per l’Esame di Stato, che tornerà ufficialmente a chiamarsi “maturità”.

L’organizzazione, presieduta da Romano Pesavento, ha accolto “con attenzione” le novità, manifestando al contempo alcune riserve sui possibili effetti della riforma sulla formazione degli studenti. Il CNDDU ha sottolineato come sia “positivo il richiamo a una valutazione globale della persona, pur ritenendo necessaria una riflessione approfondita sul significato reale di questi cambiamenti.

Criticità organizzative e pedagogiche della nuova struttura d’esame

La principale preoccupazione del Coordinamento riguarda l’introduzione dell’orale obbligatorio su quattro materie e la riduzione del numero dei commissari, misure che potrebbero “alleggerire la macchina organizzativa” ma rischiano di “comprimere la ricchezza del percorso formativo degli studenti”. Il CNDDU ha evidenziato come la maturità rappresenti “non soltanto una prova finale, bensì un rito di passaggio civile e culturale”. L’eliminazione del documento di classe viene vista con particolare scetticismo: secondo l’organizzazione, tale decisione “può ridurre la pressione emotiva, ma priva la commissione di uno strumento capace di fotografare il lavoro collettivo svolto durante l’anno”.

Ancora più delicata appare la questione del “vietare il silenzio” e della punizione con l’esclusione per chi sceglie di non rispondere, misura che secondo il CNDDU “apre questioni delicate di natura pedagogica e giuridica”. L’organizzazione ha ribadito un principio fondamentale: “La scuola non deve mai trasformarsi in un tribunale: occorre garantire allo studente la possibilità di esprimere anche il proprio disagio, senza trasformarlo in colpa”.

Cittadinanza attiva e formazione dei commissari: le richieste del CNDDU

Tra gli aspetti positivi della riforma, il Coordinamento ha apprezzato “la valorizzazione delle attività extrascolastiche e del senso di responsabilità civica“. Tuttavia, l’organizzazione ha chiesto che tali riconoscimenti siano “definiti da criteri trasparenti, condivisi e non lasciati a discrezionalità troppo ampie”. Il CNDDU ha inoltre sottolineato “l’importanza di una vera formazione dei commissari, che non sia solo formale ma sostanziale, affinché sappiano interpretare correttamente la nuova cornice valutativa”.comunicato-stampa.docx

Particolare interesse ha suscitato l’introduzione dell’elaborato critico sulla cittadinanza attiva, accolto dal Coordinamento “purché non ridotto a esercizio burocratico, ma autentico momento di crescita civica e di riflessione sui diritti umani“. Il presidente Pesavento ha concluso ribadendo che “ogni riforma dell’esame non può prescindere da una più ampia riflessione sulla missione della scuola: formare cittadini consapevoli, liberi e responsabili”. Il CNDDU ha annunciato che continuerà a seguire l’iter della riforma, proponendo “momenti di confronto con docenti, studenti e famiglie, affinché la maturità resti non solo un traguardo, ma una tappa di autentica crescita personale e democratica“.


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