Stop ai cellulari in classe: sanzioni graduali per gli studenti. In caso di reiterata trasgressione c’è il rischio sospensione
Con l’avvio del nuovo anno scolastico 2025-2026, gli studenti dovranno fare i conti con una realtà completamente diversa: i cellulari sono ufficialmente banditi dalle aule, anche negli istituti superiori.
La decisione del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha spinto tutte le scuole a correre ai ripari, rivedendo in fretta e furia i propri regolamenti interni per adeguarsi alla nuova disposizione.
La novità più significativa riguarda il sistema di sanzioni che le scuole stanno mettendo a punto. Non si tratta più di semplici richiami: chi verrà sorpreso con il telefonino in mano potrà affrontare conseguenze ben più serie, che vanno dal rimprovero scritto fino alla sospensione dalle lezioni. Antonello Giannelli, alla guida dell’Associazione Nazionale Presidi, ha chiarito, intervistato da Ansa che “le sanzioni devono rispettare il principio di gradualità” e che ogni istituto, sfruttando la propria autonomia scolastica, potrà decidere come organizzare il sistema punitivo.
La maggior parte delle scuole ha optato per una soluzione pragmatica: permettere agli studenti di portare il cellulare a scuola, ma rigorosamente spento e chiuso nello zaino. Chi verrà beccato a utilizzarlo, anche solo per controllare un messaggio, incorrerà automaticamente nelle sanzioni previste dal regolamento del proprio istituto.
Ogni scuola fa storia a sé: esempi concreti di applicazione
Le modalità di applicazione della nuova regola variano notevolmente da istituto a istituto, creando un panorama piuttosto diversificato sul territorio nazionale. A Napoli un istituto superiore, per esempio, hanno strutturato un percorso punitivo molto dettagliato. Alla prima trasgressione scatta subito un’ammonizione scritta accompagnata dal sequestro del dispositivo, che verrà restituito solo alla fine della giornata scolastica. Chi si fa sorprendere una seconda volta dovrà aspettare che arrivino i genitori a scuola per riavere il proprio smartphone, perché la dirigenza convocherà obbligatoriamente la famiglia per un colloquio. La terza infrazione segna invece il passaggio a misure drastiche: oltre alla consueta nota e al sequestro, il consiglio di classe si riunirà per decidere una sospensione che può durare da tre a sei giorni. Come se non bastasse, lo studente sanzionato dovrà anche svolgere dei “lavori socialmente utili” presso enti e associazioni del territorio.
Un liceo a Pordenone ha scelto un approccio leggermente più morbido, ma non meno rigoroso. Qui il divieto si estende esplicitamente anche agli “smartwatch e strumenti simili”, eliminando qualsiasi possibile scappatoia tecnologica. Le sanzioni partono dalla classica nota sul registro per la prima segnalazione, passano per la convocazione dei genitori alla seconda trasgressione e arrivano al procedimento disciplinare con sospensione da uno a due giorni alla terza infrazione.
Particolarmente articolato risulta invece il regolamento di un liceo ad Aprilia, che ha previsto una vera e propria casistica per ogni possibile situazione. Se uno studente semplicemente non spegne il cellulare e riceve una chiamata o un messaggio, le conseguenze dipenderanno dalla frequenza con cui si ripete l’episodio. Chi viene sorpreso a chattare o telefonare affronta sanzioni che vanno dalla nota fino all’intervento diretto del dirigente scolastico. Ma la punizione più severa è riservata a chi usa lo smartphone durante una verifica: in questo caso il compito viene ritirato immediatamente e il voto sarà automaticamente “gravemente insufficiente”.
Problemi pratici e soluzioni creative per la custodia
Oltre alle sanzioni, le scuole devono affrontare il problema pratico di dove mettere tutti questi cellulari. La stragrande maggioranza degli istituti ha risolto la questione in modo semplice: dichiarando di non essere responsabile di eventuali danni o furti e scaricando la responsabilità sulle famiglie. I regolamenti sono chiari: le scuole non garantiscono la sicurezza dei dispositivi, soprattutto durante i momenti più delicati come il cambio dell’ora o la ricreazione.
Molte scuole hanno quindi scelto di invitare le famiglie a convincere i figli a lasciare direttamente i cellulari a casa, evitando così qualsiasi problema. Chi decide comunque di portarli deve spegnerli appena arrivato in classe e tenerli negli zaini per tutta la giornata.
Alcune istituzioni scolastiche stanno però sperimentando soluzioni più creative. Sono spuntati contenitori di plexiglass nelle aule per raccogliere i dispositivi alla prima ora e restituirli alla fine delle lezioni, oppure porta-oggetti appesi alle pareti dove gli studenti possono depositare i propri telefoni.
Il divieto rimane in vigore anche durante la ricreazione, considerata parte integrante dell’orario scolastico. Per le comunicazioni urgenti con le famiglie, gli studenti potranno utilizzare il telefono della scuola. Anche durante le gite scolastiche le regole restano ferme: i cellulari devono rimanere spenti e possono essere utilizzati solo al di fuori dei momenti dedicati alle attività didattiche.
Responsabilità organizzative delle istituzioni scolastiche
L’implementazione pratica del provvedimento richiederà un’attenta pianificazione organizzativa da parte dei dirigenti scolastici e dei collegi docenti, chiamati a definire regolamenti interni specifici. Le scuole dovranno stabilire procedure chiare per la gestione dei dispositivi mobili, identificando spazi adeguati per la conservazione e definendo i protocolli disciplinari in caso di violazione delle norme.
La responsabilità dell’applicazione e del controllo del rispetto del divieto ricadrà principalmente sul personale docente, che dovrà vigilare sull’osservanza delle disposizioni durante tutto l’orario scolastico. Gli istituti dovranno inoltre valutare eventuali deroghe per situazioni particolari o esigenze didattiche specifiche, mantenendo comunque il rispetto dell’orientamento generale stabilito dalla circolare ministeriale.
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