Marche

scacco matto al mago delle truffe. Ha 28 anni, 19 condanne e 250 denunce

ALTIDONA Professione: truffatore. Non esitava a qualificarsi così, un uomo residente nel borgo di Altidona. Su cui la polizia ha chiuso il cerchio, con una misura di sorveglianza speciale per la durata di 4 anni, su disposizione del Tribunale di Ancona. In effetti aveva fatto dei raggiri un autentico lavoro, perfezionando una miriade di azioni criminose che gli sono valse condanne da ben 27 tribunali sparsi in tutta Italia. E 250 denunce dal 2016 ad oggi.

La misura

Fino al 2029 dovrà rimanere in casa dalle 20 alle 7 del mattino successivo ed ha un divieto assoluto di accesso ad ogni social network. Dovrà inoltre presentarsi settimanalmente all’autorità di pubblica sicurezza. Truffe e sostituzioni di persona erano il suo pane quotidiano. L’uomo aveva ormai messo a punto un modus operandi tutto suo per realizzare i suoi crimini e proseguiva da anni. La prima fase, propedeutica all’azione delittuosa consisteva nella creazione di falsi profili sui social. Individuava le sue vittime, sottraeva dati personali e foto ad altre persone, in genere collegate al bersaglio da colpire, si fingeva poi amico o conoscente e con quei profili contattava le sue vittime. In genere prediligeva titolari di attività di rivendita e tabacchi.

Si spacciava per le persone a cui aveva “rubato” foto e duplicato i profili, chiedendo delle ricariche telefoniche, on shop o su varie piattaforme, da Money ad Amazon, e ancora voucher e paysafecard. I rivenditori, convinti di effettuare quelle operazioni in favore di persone che conoscevano realmente, lo assecondavano. Il malvivente, in alcuni casi, si è rivelato particolarmente abile, individuando categorie vulnerabili di persone alle quali “sostituirsi”, facendo leva sulla sensibilità delle vittime, tratte in inganno più facilmente a causa del fatto che i profili per cui si spacciava erano di persone con problemi personali o di salute.

Tanto era spregiudicato che in un’occasione, quando una delle vittime ha scoperto l’imbroglio, ha ammesso candidamente: «truffare è il mio lavoro». L’elenco dei colpi messi a segno e delle denunce collezionate, in un’attività pressoché ininterrotta, è sterminato. Oltre al Fermano ha colpito in tutte le regioni italiane, isole comprese, fatta salva la sola Val d’Aosta. Nelle Marche risultano sue truffe in tutte e cinque le province, come in una miriade di zone dello Stivale, da Bolzano a Caltanissetta, da Torino a Trieste, da Bologna a Napoli, da Reggio Calabria a Verona. Per lui era diventata una routine quella di individuare proprietari di ricevitorie ed altri pubblici esercizi, studiare la rete delle conoscenze, individuare qualche profilo particolarmente funzionale ai suoi propositi. A quel punto scattava la creazione dei profili fake e si entrava in scena. Un copione ripetuto all’infinito e valso, ad oggi il poco invidiabile primato di ben 27 condanne nei tribunali di tutta Italia.




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