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GPS Von der Leyen: retromarcia della Commissione UE sull’attacco russo | Il Fatto Quotidiano

Il 1° settembre non c’erano dubbi: c’è stata una “palese interferenza della Russia”. Oggi la versione è cambiata. Anzi, è diametralmente opposta: non sono l’interferenza non c’è stata, ma nessuno ha mai detto che dietro l’accaduto c’era la mano di Mosca. E’ un salto quantico quello che la Commissione europea ha compiuto nel breve volgere di 72 ore sul caso delle interferenze al sistema Gps che domenica ha costretto l’aereo di Ursula von der Leyen ad atterrare in Bulgaria con l’aiuto delle mappe cartacee.

Il caso nasce lunedì, quando il Financial Times pubblica la notizia. Domenica pomeriggio, riferisce il quotidiano britannico, l’aereo stava trasportando la presidente dell’esecutivo comunitario da Varsavia a Plovdiv quando si è trovato privo dei sistemi di navigazione elettronica durante l’avvicinamento all’aeroporto della città. “Il Gps dell’intera area aeroportuale si è spento”, spiegava uno dei tre funzionari sentiti dal Ft. Dopo aver sorvolato l’aeroporto per un’ora, il pilota dell’aereo ha deciso di atterrare manualmente utilizzando mappe analogiche: “Si è trattato di un’innegabile interferenza”.

Le attività pr distorcere o impedire l’accesso al sistema di navigazione satellitare, ricordava il Financial Times, vengono tradizionalmente utilizzate dai servizi militari e di intelligence per difendere siti sensibili. Negli ultimi anni, aggiungeva il quotidiano, gli incidenti legati al disturbo del segnale Gps sono aumentati notevolmente nel Mar Baltico e negli stati dell’Europa orientale vicini alla Russia, colpendo aerei, imbarcazioni e civili che utilizzano il servizio per la navigazione quotidiana.

Poche ore dopo la Commissione Ue esponeva le proprie certezze. “Possiamo effettivamente confermare che si è verificato un disturbo del segnale GPS, ma l’aereo è atterrato sano e salvo in Bulgaria – spiegava la portavoce Arianna Podestà nel briefing quotidiano con la stampa -. Abbiamo ricevuto informazioni dalle autorità bulgare secondo cui ciò è dovuto a una palese interferenza da parte della Russia. Siamo, ovviamente, consapevoli e in qualche modo abituati alle minacce e alle intimidazioni che sono una componente costante del comportamento ostile della Russia”.

Le attività di jamming (un attacco che blocca i segnali) e spoofing (attacco più sofisticato che inganna i ricevitori trasmettendo segnali falsi, facendo credere al dispositivo di trovarsi in una posizione o di avere un tempo diverso dalla realtà) sono all’ordine del giorno sul fianco orientale dell’Europa. Lo sanno anche a Palazzo Berlaymont, tanto che lo stesso giorno un’altra portavoce, Anna-Kaisa Itkonen, riferisce ai giornalisti che “c’è stata una lettera inviata da 13 Stati membri alla Commissione a giugno di quest’anno, che ha attirato la nostra attenzione, oltre a questo problema, che sta diventando una pratica quasi quotidiana“.

Lo stesso giorno la Bulgaria smentiva l’ipotesi di un attacco: “Siamo stati immediatamente informati del problema spiegava il ministro dell’Interno Daniel Mitov -. Il dipartimento per la criminalità informatica del Servizio per la lotta contro la criminalità organizzata (Gdbob) è stato incaricato di verificare se si trattasse di un attacco informatico“. “Possiamo affermare categoricamente che non è così – concludeva il responsabile della sicurezza di Sofia, non si tratta di un attacco informatico”.

Ma il tam tam dei politici era già partito. “Il regime russo ci vuole morti, l’Europa, le sue istituzioni. Non so se è chiaro a tutti”, scriveva su X.com il senatore del Pd Filippo Sensi. “È l’ennesimo episodio di guerra ibrida, che purtroppo in questi anni in pochi hanno avuto il coraggio di denunciare e che troppo spesso è stato sottovalutato o ignorato”, affermava la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno.

Oggi la Commissione è tornata sul punto con una versione opposta a quella che aveva offerto alla stampa lunedì. “Non abbiamo mai detto che l’interferenza al segnale Gps riscontrata dall’aereo sul quale volava la presidente Ursula von der Leyen in Bulgaria sia stata espressamente contro di lei”, ha detto oggi la stessa Podestà ai giornalisti. E la “palese interferenza da parte della Russia?” di cui lei stessa aveva parlato lunedì? La colpa, ha spiegato la portavoce, è di un “comunicato stampa” della “autorità bulgara”.


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