Come “Star bene a scuola”: 550 partecipanti in diretta e 700 iscritti per Daniele Novara

Oltre 700 iscritti di cui circa 550 partecipanti live hanno preso parte al convegno online “Star bene a scuola” organizzato dal CPP – Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti. Un appuntamento che ha visto confrontarsi esperti e pedagogisti attorno a un tema cruciale: come rendere la scuola un luogo di benessere, crescita e apprendimento autentico.
Daniele Novara, autore, pedagogista e fondatore del CPP, ha posto al centro del suo intervento il valore della dimensione collettiva nella vita scolastica. “Stare bene a scuola non significa disimpegno, ma una fatica creativa che stimola l’apprendimento – ha sottolineato –. È nel gruppo che i ragazzi imparano, crescono, trovano appartenenza e combattono l’isolamento.”
Novara ha richiamato un dato allarmante: tra i preadolescenti e adolescenti, dal 20 al 25% dei ragazzi vive situazioni di isolamento sociale, condizione che ha definito “contro natura”. Per questo la scuola diventa oggi, forse più che mai, il luogo privilegiato di socialità spontanea, quello dove nascono legami e amicizie autentiche. Un paradosso, perché la scuola è un’istituzione strutturata, ma proprio lì si creano le condizioni migliori per coltivare relazioni positive.
“L’elemento sociale è fondamentale anche da un punto di vista evolutivo” ha aggiunto “siamo noi stessi solo nella misura in cui siamo con gli altri.” Le neuroscienze confermano che l’apprendimento si nutre di imitazione, condivisione e interazione: i cosiddetti “neuroni a specchio” ne sono la dimostrazione.
In questa prospettiva, il compito dell’insegnante non è trasmettere nozioni con lezioni frontali, ma diventare un “regista dell’apprendimento”, capace di orchestrare dinamiche di gruppo, di stimolare la cooperazione ed evitare il rischio di “sguardi catatonici” di fronte a spiegazioni infinite. “Si impara sbagliando” ha ricordato Novara “La paura di sbagliare è molto più pericolosa dell’errore stesso. È come cadere quando si impara a camminare: non è un fallimento, è la strada per crescere.”
La costruzione di una comunità scolastica passa anche da pratiche concrete: gite di inizio anno, esperienze notturne a scuola o campeggi, momenti rituali di appartenenza che danno forza e senso al gruppo. “Mai isolare un alunno difficile” ha concluso Novara “È il gruppo che accoglie, è il gruppo che educa. Ogni giorno a scuola dovrebbe iniziare con un piccolo gesto che ricorda a tutti che si fa parte di una comunità.”
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